Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Stefano Calvagna
Fotografia: Daniele Nannuzzi
Montaggio: Roberto Siciliano
Scenografie: Massimo Santomarco
Musiche: Mario Paoluzzi
Suono: Filippo Barracco e Stefano D’amico
Nazione, Anno – Genere – Durata: ‘
Cast: Claudio Vanni, Lucia Batassa, Stefano Ambrogi, Daniela “Mietta” Miglietta, Daniele Trombetti, Stefano Calvagna, Sveva Cardinale
Uscita: 27 luglio 2017
Distribuzione: Poker Entertainment

Sale: 1

Quel pomeriggio di un giorno da Calvagna

Calvagna – letteralmente – l’inarrestabile, Calvagna il produttore, il regista, lo sceneggiatore, l’attore, il cantante. Il più prolifico regista che cento ne pensa e una ne fa, al ritmo medio di almeno un film all’anno,  torna con l’ennesimo progetto cinematografico, La fuga. La sua figura, apprezzabile o odiabile a seconda dei gusti e dei punti di vista, senza mezzi termini, è sicuramente più interessante dei suoi film, che hanno sempre qualcosa in più, nel bene ma soprattutto nel male, che alla fine stona. Le trame sono spesso semplici, dei polizieschi abbastanza intriganti con un guizzo finale che manda a casa contenti. C’è da dire, a sua parziale discolpa, che Stefano Calvagna lavora in assoluta economia, essendo stato capace di girare perfino più d’un film (Rabbia in pugno, Cronaca di un assurdo normale) mentre era agli arresti domiciliari, utilizzando set ridotti all’osso, quali ad esempio una palestra, senza che molti se ne accorgessero. Anche i cast spesso colpiscono, riuscendo a coinvolgere sulla base di compensi tutt’altro che milionari cast spesso strabilianti: in Non escludo il ritorno, su Franco Califano, c’era addirittura Michael Madsen!

La fuga inizia molto bene, con un uomo appunto in fuga, che scopriremo presto essersi macchiato d’una rapina in banca, anche se per una giusta causa. C’è scappato pure il morto, ma forse le responsabilità sono di qualcun altro, qualcuno che per motivi di parentela illustre non può venire esposto. L’uomo si rintana in casa di una prostituta, ma le forze dell’ordine scopriranno presto dove si nasconde, iniziando così con lui il gioco del gatto e del topo, cercando di far ricadere tutto su di lui…

Il film si poggia su un ottimo ed intenso attore, il misconosciuto Claudio Vanni nel ruolo del protagonista Saverio Salesi, in grado di reggere quasi interamente sulle proprie spalle la pellicola. L’ironia e l’autoironia pervadono il racconto, con citazioni che vanno dal “Califfo” a Nino D’angelo, e con alcuni dialoghi basati su degli efficaci botta e risposta che rievocano i bei tempi del Monnezza senza farli affatto rimpiangere. Ma proprio a causa dell’incontenibile Calvagna e del suo gusto a strafare il ridicolo involontario è costantemente dietro l’angolo e giunge puntuale a rovinare molte scene, come un bel quadro sfregiato da un vandalo. A fare da contraltare al bravissimo Vanni purtroppo è la coprotagonista Sveva Cardinale (nata Paolo Catanzaro), nuova musa del regista romano dopo il precedente film Un nuovo giorno nel quale raccontava la vera storia della transgender, che, tra i segni di un lungo intervento chirurgico per cambiare sesso e una naturale non propensione per la recitazione, deve aver reso non poco difficile la vita sul set al bravo attore. Per fortuna tutti gli altri, da Stefano Ambrogi a Massimo Bonetti, ormai attore feticcio, da Mietta a Fabrizio Sabatucci, lavorano egregiamente aiutando il regista a portare a casa il risultato.

Il problema storico di Calvagna è proprio quello di sentirsi un filmaker completo ed in parte di esserlo pure, ma di non riuscire a delegare completamente o a metà a collaboratori validi, in sede di scrittura e regia, che potrebbero aiutarlo a correggere il tiro in diverse situazioni.

La fuga, con echi di Quel pomeriggio di un giorno da cani, è una pellicola che si lascia vedere, pur indulgendo su numerosi passi falsi, e che può regalare qualche sorpresa allo spettatore ben disposto, purché riesca a trovarlo in sala, data la più che esigua distribuzione.

RARO perché… ha una distribuzione minimale, anche se potrebbe avere un suo pubblico.

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti