Recensione n.1
Mamma arrivano gli alieni !!!!!
Le maggiori agenzie di stampa stanno battendo in questi istanti una tragica notizia: la terra è stata attaccata non dai terroristi ma da alieni. Si, avete capito bene, siamo stati attaccati dai simpatici e mansueti omini verdi che proprio in questo istante mentre dilaniano il pianeta e squarciano il cielo, sembrano tutto fuorché amici della nostra specie. Chiunque possa trovi immediatamente rifugio, ripetiamo: La terra è in guerra !!!!!
Ma dove state andando, già correte verso le cantine? Non mi immaginavo così fifoni, quello che è stato scritto poche righe più sopra potrebbe essere l’incipit di un discorso che un moderno Orson Welles potrebbe realizzare per via telematica, adattando, come fece per radio nel 1938, il celebre romanzo di H.G. Wells “La Guerra dei mondi”. Lo stesso romanzo apparirà con la sua forza dirompente, tradotto in linguaggio cinematografico, il 29 giugno sugli schermi di tutto il mondo ed avrà come padrini la coppia d’oro del cinema americano, nientepopodimenoche (per dirla alla Totò) di Steven Spielberg e Tom Cruise, rispettivamente nel ruolo di regista e protagonista, di quello che già dal trailer si preannuncia un evento cinematografico vero e proprio.
Il film è fedele al romanzo del 1898 per ciò che concerne l’idea base cioè l’invasione della terra da parte degli alieni, diversa, invece, l’ambientazione. Spielberg, come lui stesso ha riconosciuto, sarebbe stato incapace di proporre un invasione aliena nel 1800, molto meglio, ha pensato, catapultare il povero protagonista con tutta la sua famiglia, nell’America del 2005 e dare a lui la possibilità di sopravvivenza attraverso le moderne tecnologie. Ma a parte la facile ironia, sicuramente “La guerra dei mondi” ci stupirà per la forza delle immagini e della storia, si preannunciano attimi di paura tanto da far promettere a Tom Cruise il salto dalla sedia della platea e soprattutto, si preannunciano, immagini inedite non solo per il cinema ma anche per la storia, in quanto, vedremmo sullo schermo il primo esodo del popolo americano.
Per non parlare della sorpresa insita nel progetto, la presenza di Steven Spelberg, per un film che vede gli alieni davvero e profondamente cattivi, proprio lui che ce li aveva fatti amare a partire da ET.
Un film sul conflitto, sulla paura di ciò che è diverso e quindi negativo, una metafora per la nostra epoca o forse è tutto molto più semplice di quanto si voglia pensare?
In un epoca come la nostra in cui la guerra è davvero planetaria, in modo inevitabile si farà un raffronto tra la realtà e la fiction.
Credo che questo sia un film su tutte le guerre, forse questa opera è il mio sforzo per dire che non dobbiamo ucciderci a vicenda (Spilberg)
Credo che la nostra società stia attraversando un vero momento di declino e l’unico modo per superarlo è comunicare, parlare ma anche ascoltare (Cruise)
Sembra proprio che le due star abbaino preso sul serio il loro ruolo, trovando un accordo reale su film e valori, un accordo profondo che già li spinge a pensare a progetti futuri ma prima direi di farci trasportare da un futuro immaginario e terribilmente attraente come ci garantiscono Tom e Steven.
Per saperne di più:
“La guerra dei mondi” è un romanzo del 1898 scritto da H.G. Wells nel quale si criticava l’imperialismo britannico attraverso la metafora dell’invasione aliena.
Nel 1938 Orson Welles terrorizzò l’America con una mitica trasmissione radiofonica in cui proclamava l’occupazione degli Stati Uniti.
Nel 1953 George Pal e Byron Hoskins, in piena guerra fredda, realizzarano il primo film tratto dal romanzo
www.waroftheworlds.com
Valentina Castellani
Recensione n.2
Per l’America post undici settembre, l’attacco extraterrestre è un incubo che diventa realtà. La guerra dei mondi è in un certo senso già in atto, tra il mondo islamico e quello occidentale, con a capo gli statunitensi. Hollywood sa che gli americani anno paura di questo:
“Sono terroristi?” chiede la bambina a Tom Cruise; “No, vengono da un’altra parte!” risponde lui ai figli”; “Dall’Europa allora!” Ribatte il figlio maggiore. Così la paura viene esorcizzata con questa pellicola: l’ultimo colossal catastrofico di Steven Spielberg in cui il belloccio di turno (Tom Cruise) corre via da Manhattan rubando la sola macchina funzionante, trovando sempre strada libera tra i veicoli fermi, riesce a sfuggire alla raffica di colpi che nel primo attacco ha ucciso tutti i suoi compagni di fuga. Un aereo cade sulla casa dove il protagonista si è rifugiato con i figli che deve tenere per il week-end, distrugge tutto tranne la loro macchina. E se all’inizio si è dimostrato un cattivo padre che non aveva la pazienza di prendersi cura dei figli, poi si trova a dover prendere la decisione di lasciare andare il figlio a combattere per non perdere la bambina, ma alla fine la famiglia si ritrova riunita e la perfetta conclusione dei sogni americani è, ancora una volta “…e vissero tutti felici e contenti”. Ma non siamo in un clima di fiaba, La guerra dei mondi non è che uno tra i tanti film catastrofici che alimentano la tensione dello spettatore fino a qualche secondo dopo l’uscita dalla sala, ma che poi non lasciano nulla. Il regista si dimostra ancora una volta troppo commerciale, appagato dai successi di botteghino, non riesce a penetrare nel pubblico con un’opera che rimanga nei cuori e negli occhi per più di mezz’ora (il tempo di uscire dal cinema e discuterne con gli amici). I tempi dello Squalo o di ET sono lontani, ne La guerra dei mondi si sprecano ovviamente gli effetti speciali visuali e sonori. Proprio il suono è uno dei punti chiave che il regista utilizza per far salire la tensione ed arrivare ad un climax di tensione altissima. Sfruttando le lezioni degli horror e della suspense hitchcockiana Spielberg ha costruito un film preconfezionato con formule standardizzate per cui, chi conosce un po’ di film di questo genere, può già sapere come andrà a finire la scena o l’intero film.
Nei giorni che hanno preceduto l’uscita del film, c’è stata un po’ di confusione nell’informazione non specializzata, infatti molti telegiornali hanno annunciato il remake del film di Orson Welles. La guerra dei mondi è un remake, ma certamente non di un film di Welles (soprattutto perché il regista americano non lo ha mai girato). Il film da cui Spielberg si è ispirato è quello del 1953 da Byron Haskin e tratto dal romanzo del 1898 di Herbert George Wells. Ma non è stata solo l’omonimia tra il regista e l’autore del romanzo a ingannare i giornalisti, Orson Welles, infatti, nel 1938, aveva simulato una trasmissione live alla radio ispirata proprio al romanzo La guerra dei mondi, in cui annunciava lo sbarco degli alieni sulla terra, questa trasmissione ha provocato negli ascoltatori reazioni disperate (molti sono stati i suicidi e le risse disperate).
La storia della guerra contro potenze aliene rispunta quando la popolazione mondiale è impaurita da grossi conflitti che creano scompiglio, una guerra tra popolazioni aliene e la nostra, come ipotizzato da H.G. Welles, rischierebbe di distruggere la nostra popolazione. Non riuscire a combattere e a difendersi sarebbe, per gli americani, una sconfitta ancora più forte.
Negli anni ’80 è stata realizzata una serie, anch’essa basata sul film del 1953.
La versione originale, che rimane un cult del cinema, era molto meno catastrofica, con meno effetti speciali. Spielberg si è basato molto su quella versione, pur modernizzandola, cambiano molte cose, restano elementi facilmente riconoscibili (l’inizio e la fine sono gli stessi).
Matteo Pellegrinuzzi
Recensione n.3
Il miglior film di Spielberg degli ultimi anni, che ci aveva annoiato con Terminal, innervosito con il pessimo Minority report, pur essendosi ripreso con Prova a prendermi. La guerra dei mondi rischiava di essere l’ennesimo blockbuster senza alcuna base concettuale a sostenerlo, diventa invece l’essenza del cinema di Spielberg. Oltre ad essere un film intenso e spettacolare, puro intrattenimento, questa pellicola interessa per diversi motivi. Innanzitutto il lato tecnico, curato e innovativo, quasi Hitckockiano per funzionalità, arricchito da bellissimi piani sequenza (come quando i tre scappano in macchina). Spielberg decide di fornire allo spettatore il punto di vista strettamente soggettivo di persone quotidiane, per nulla speciali, semmai alla presa con i problemi di tutti i giorni (il lavoro e soprattutto i rapporti inter-familiari), operazione già attuata brillantemente da Shyamalan in Signs. Eppure qui lo spettacolo c’è, ma anziché sfruttare riprese dall’alto, possiamo unicamente intravedere quello che i personaggi scrutano, con la loro stessa incertezza. Se c’è una visione generale dell’evento, coincide sempre con quella dei personaggi. Ci sono richiami al retroterra culturale del regista (la cenere che copre Cruise dopo il massacro è un rimando a quella dei forni nei lager nazisti, geniale intuizione per cui devo ringraziare Caterina per non prendermene il merito), al ruolo essenziale che il padre assume all’interno della famiglia, all’America post 11 settembre (dopo il primo attacco la Fanning esclama: “Sono i terroristi!”, ma soprattutto il fatto che i tripodi fossero seppelliti da milioni di anni, come dire che il pericolo è interno anziché esterno). In fondo La guerra dei mondi è la storia di una riconciliazione familiare, dove il dolore e la sofferenza sono strumenti attraverso cui appropriarsi delle proprie deficienze per mutarle in positività.
Non mancano sequenze di alto cinema, come quella in cui i corpi galleggiano nel fiume, o quando i vestiti ormai vuoti dei corpi scendono dal cielo. Si cita Romero e Carpenter, nell’azzardare il parallelo uomo-animale nel momento di maggior isterismo umano, ma anche in certe atmosfere lugubri, lo stesso Signs, nell’assedio allo scantinato di campagna. Immancabile l’happy end finale, magari ben collocato e con senso, ma comunque insopportabile. Aspetto ancora invano un film di invasione aliena in cui l’uomo è sconfitto rovinosamente.
VOTO: 7/8
Andrea Fontana
Una lettura utile segnalata da un lettore (che ringraziamo):
http://www.psychiatryonline.it/ital/mondiwar.htm