Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Davide Ferrario
Fotografia: Dante Cecchin
Montaggio: Claudio Cormio
Scenografie: Francesca Bocca
Costumi: Paola Ronco
Musiche: Fabio Barovero
Suono: Vito Martinelli
Italia, 2013 – Commedia – Durata: 90′
Cast: Walter Leonardi, Manuela Parodi, Eugenio Franceschini, Daria Pascal Attolini, Aldo Ottobrino, Benedetta Perego, Franco Maino
Uscita: 27 marzo 2014
Distribuzione: AcademyTwo

Sale: 26

 Canto innocuo di un regista ironico d’Italia

Torino, 45° parallelo. Giorni nostri: tre amici, tre storie raccontate nel loro intersecarsi, ma anche nei rispettivi momenti di solitudine. Ugo (Walter Leonardi), è un uomo affetto dalla Sindrome di Peter Pan che, avendo ereditato dai genitori morti anni prima in un incidente la casa ed una discreta fortuna, deve poco preoccuparsi di sbarcare il lunario; sfortunato con le donne, ama citare Leopardi e dedica la vita a cucinare e a futili progetti. Maria (Manuela Parodi) è una piacente ragazza che lavora in un’agenzia di viaggi e, poco fortunata con gli uomini, continua ad attendere il proprio principe azzurro nel desiderio mai sopito di viaggiare, anzi di fuggire via. Dario (Eugenio Franceschini), invece molto fortunato con l’altro sesso, è uno studente universitario di lettere che alterna i libri al suo lavoro presso lo “Zoom”, l’originale bioparco cittadino.
Passati dieci anni da Dopo mezzanotte, Davide Ferrario torna ancora una volta a Torino, ma a questo giro sembra essersi scordato di gran lunga l’ispirazione, arenatasi al precedente Tutta colpa di Giuda (2009), originale musical d’ambientazione carceraria. Questo La luna su Torino, che del film di due lustri prima vorrebbe essere un seguito molto, ma molto ideale, si colloca a metà tra il minimalismo del nostro cinema degli anni ottanta e novanta, e le commediole dichiaratamente anticrisi degli anni settanta, non molto dissimili da quelle che i regimi dittatoriali brasiliani, argentini e spagnoli facevano girare ed uscire nei loro paesi, tempi in cui l’industria cinematografica transnazionale voleva gli spettatori più spensierati che mai.
Non bisogna sempre piangersi addosso, ma nemmeno lavare per forza i panni sporchi in casa come ammoniva qualcuno poco illuminato ai tempi di Ladri di biciclette: i personaggi de La luna su Torino non solo non vengono toccati dalla crisi, ma nemmeno sembrano sapere che cosa essa sia. Ereditieri (benché ormai quasi alla canna del gas) che non amano lavorare, impiegate sognatrici che un’occupazione la hanno, studenti che probabilmente non avranno mai a che fare con ciò per cui stanno sudando sui libri sembrano venire davvero dalla luna, piuttosto che avere i piedi piantati in questo nostro paese.
Le citazioni colte, quella grazia e leggerezza narrative unite ad un sarcasmo di fondo invece di colmare le lacune della pellicola contribuiscono a metterle ancora più in luce, poiché al di là di esse nel film non c’è molto altro!
La latitudine di Torino, che colloca il capoluogo piemontese sul 45° parallelo, a metà tra il Polo Nord e l’Equatore, ossia sulla stessa linea ad esempio dei Mongoli del Deserto dei Gobi, finisce così per diventare più che un vezzo di sceneggiatura il vero soggetto del film. Voglia di leggerezza sì, ma così è davvero troppo, troppo poco!

RARO perché… è veramente un film troppo leggero!

Note: presentato Fuori Concorso al Festival del Film di Roma 2013. 

Voto: 5 e ½

Paolo Dallimonti

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