Attori: Johnny Depp (Capitano Jack Sparrow); Orlando Bloom (Will Turner); Geoffrey Rush (Capitano pirata Barbossa); Lee Arenberg (Pintel); Zoe Saldana (Anamaria); Jonathan Pryce; (Governatore Swann); Keira Knightley (Elizabeth Swann); Jack Davenport (Norrington).Regia: Gore Verbinski
Scenografia:Brian Morris, Derek Hill; Costumi: Penny Rose; Sceneggiatura: Jay Wolpert, Terry Rossio, Ted Elliott (I)
Musiche:Hans Zimmer, Klaus Badelt; Montaggio: Arthur Schmidt; Fotografia: Dariusz Wolski

Trama: Il Capitano Jack Sparrow è un pirata che sogna di riprendere il comando della sua Black Pearl, la nave usurpatagli dal capitano Barbossa. Dopo il rapimento di Eleizabeth, la figlia del governatore, da parte degli invincibili pirati-zombi di Barbossa, Jack si allea con Will Turner, spasimante della fanciulla, per correre all’inseguimento della Black Pearl…

Recensione n.1

Ci mancava proprio una bella storia di pirati.
Dopo tanti supereroi dagli strabilianti poteri, paladini della giustizia al servizio degli effetti speciali, finalmente un po’ di romantico eroismo in questo ennesimo film d’avventura.
D’altronde, ci voleva lo stampo “Disney” affinché fosse rispolverato il gusto per il favoloso che negli ultimi tempi si era abbondantemente perso.
La Maledizione della Prima Luna si affaccia così sul panorama cinematografico sotto lo stendardo della “restaurazione”, ricordandoci che nei film d’avventura una volta si usava mescolare il mito al fiabesco, l’eroismo ad una velata ironia. Indiana Jones è in cima ai botteghini di tutti i tempi mica per niente. Si trattava pur sempre di storie per la nostra immaginazione, dove non a caso i luoghi erano imprecisati, collocati in qualche mappa della nostra fantasia.
Oggi invece gli sforzi si concentrano nell’avvicinare l’irreale al reale: gli effetti speciali permettono un’integrazione tra finzione e realtà che diventa terreno fertile per la rinascita di supereroi nei nostri centri metropolitani, qui (o meglio, ‘lì’) fra i grattacieli, il traffico.
Ci parlano di esperimenti e alterazioni genetiche, DNA modificati, ci propinano dei Frankestein prodotti dalla pazzia della nostra scienza.
Ecco allora che prima di ogni cosa questo frizzante film piratesco si apprezza per il ritorno ai luoghi e ai tempi imprecisati, che poi è il modo migliore per lasciarsi andare ai sogni.
Premesso ciò, solo successivamente ci si delizia del tipico tocco disneyano che trasforma tutto in sorriso, mentre sorprende piacevolmente la regia di Verbinski che, non ancora ripresosi dalla fatica di The Ring e cogliendo la palla al balzo dal soggetto, persevera in un registro horror che si incastra a meraviglia nelle numerose gag.
Tra queste spiccano quelle di un vivace Johnny Depp, nei panni del pirata dandy, a metà strada tra Raz Degan e Oscar Wilde.
La sua caratterizzazione è una ventata di freschezza, che impreziosisce dall’altra parte gli irrinunciabili stereotipi del genere. Questi ultimi risultano anche più calorosi quando ammiccano alle numerose citazioni, da Peter Pan a Biancaneve.
La fattura, è evidente, è di gran classe, impreziosita poi da una fotografia macabra e sensuale; i pirati, poi, sono pur sempre del terzo millennio, tanto da perdere la benda sull’occhio in favore dell’orripilante aspetto di zombi.
Il mutamento estetico non stravolge comunque i risultati, che rimangono saldamente ancorati al divertimento e l’azione.

Francesco Rivelli

Recensione n.2

La maledizione della prima luna è la logica del mercato fatta cinema. La storia poco conta, un’avventura che racchiude in sé più generi, favola, storia d’amore, azione, ironia a tutto spiano. La bella di turno viene rapita da pirati che in realtà sono zombi, per la maledizione del titolo; il compito di salvarla tocca al coraggioso innamorato (Orlando Bloom) e al vero colpo di scena del film, il capitan Jack Sparrow, un Johnny Depp in stato di grazia. L’impressione di essere di fronte ad un buon film è forte, merito di elementi secondari ma, evidentemente, necessari. Innanzitutto la sceneggiatura brillante scritta da Ted Elliot e Terry Rossio, già autori di Shrek, rende la narrazione fluida, talvolta prevedibile, ma assolutamente esilarante, tanto che si stenta a racchiudere la pellicola in questione nel genere piratesco. Per di più ha il pregio di velocizzare le due ore e mezza che in effetti sembrano piuttosto eccessive. Veramente non sempre si manifesta efficace, particolarmente verso il finale, confuso e incerto, che lascia spazio agli effetti speciali, comunque ottimi. Ma il vero protagonista è Johnny Depp, che da vita ad un personaggio originale, misterioso, in bilico fra eroismo e insignificante, per il quale si è ispirato a Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones. Il resto sa di già visto, Geoffrey Rush accoglie con simpatia il ruolo assegnatogli, Bloom e la Knightley (che interpreta la figlia del governatore) dimostrano di non possedere quel genio ribelle tipico di Depp, risultando persino noiosi. La regia di Gore Verbinski, gia autore del pessimo The Mexican e del discreto The ring, non ci regala più di tanto, anch’egli è consapevole che i soldi non vanno d’amore e d’accordo con lo stile. Stupide, noiose e banali (la più grande immoralità, direbbe Manuel Agnelli) le ellissi discorsive da parte di certa critica sull’interpretazione del genere “dei pirati”, sulla ribalta di cui La maledizione della prima luna sarebbe il principio: il genere è il suicidio del cinema, tutti questi discorsi dimostrano la vacuità mentale di chi li conduce.

Andrea Fontana