Scheda film

Regia: Michael Sucsy
Soggetto: dal libro “The vow” di Kim & Krickitt Carpenter
Sceneggiatura: Abby Kohn, Marc Silverstein, Michael Sucsy
Fotografia: Rogier Stoffers
Montaggio: Melissa Kent, Nancy Richardson
Scenografie: Kalina Ivanov
Costumi: Alex Kavanagh
Musiche: Michael Brook, Rachel Portman
USA/Brasile/Francia/Australia/G.B./Germania, 2012 – Drammatico – Durata: 104′
Cast: Rachel McAdams, Channing Tatum, Sam Neill,
Uscita: 25 luglio 2012
Distribuzione: Sony Pictures

Sale: 29

 La seconda volta non si scorda mai

Se la prima volta non si scorda mai, allora la seconda è destinata a rimanere impressa per l’eternità nel cuore di coloro che la vivono, perché la mente a volte fa davvero dei cattivi scherzi. È il caso dei protagonisti de La memoria del cuore, Paige e Leo, una coppia di sposini molto innamorati che conducono una vita ricca di soddisfazioni a Chicago, dove lavorano come artisti. Una notte in cui ha nevicato molto, i due rimangono vittime di un incidente in macchina. Leo ne esce fuori senza neanche un graffio, mentre un forte trauma alla testa cancella totalmente la memoria di Paige e del suo matrimonio con il marito. Quando si risveglia dal coma, lui è un perfetto sconosciuto per lei. All’improvviso l’uomo si ritrova nella scomoda posizione di dover ricostruire il rapporto a cui aveva aspirato e di dover riconquistare, una seconda volta, l’amore di sua moglie.
Nulla a confronto con l’impresa titanica di Henry Roth, il personaggio interpretato da Adam Sandler nel 2004, che in 50 volte il primo bacio deve riconquistare ogni mattina il cuore dell’amata Lucy, un’insegnante di educazione artistica che ha perso la memoria breve in seguito a un trauma: durante la notte, ogni notte, dimentica tutto quel che le è successo il giorno prima. Svegliarsi e scoprire che la persona che ti è accanto è un perfetto sconosciuto e soprattutto che tu sei uno sconosciuto per la persona che ami, è l’elemento in comune che avvicina le due pellicole. La sostanziale differenza è, invece, che rispetto alla pellicola diretta da Peter Segal, frutto dell’immaginazione riversata in una sceneggiatura da George Wing, quella firmata da Michael Sucsy ha alla sua base una storia vera, quella di una coppia del New Mexico, Kim Carpenter e la moglie Krickitt, anch’essi coinvolti in un incidente stradale che ha resettato totalmente la memoria della donna.
Liberamente ispirato alle vicende dei Carpenter, ricordate da loro stessi nel 2000 sulle pagine di un libro, l’esordio cinematografico di Michael Sucsy (dopo l’apprezzato film per la tv Grey Gardens-Dive per sempre) porta sul grande schermo un dramedy che sopravvive solo di sussulti da ricordare e di brevi folate di intensa partecipazione emotiva, entrambi legati alla buona performance dei suoi protagonisti, la McAdams da una parte e Tatum dall’altra. Il duo regala alla platea, quando è la discontinua e fragile sceneggiatura a permetterglielo, i passaggi più teneri e toccanti del film (la scena del balcone durante la cerimonia del matrimonio della sorella di Paige, il duetto fuori dallo studio di incisione di Leo, il prologo dell’incidente), ma per il resto ci si deve accontentare di assistere alla solita pellicola sentimentale capace di provocare nello spettatore due reazioni diverse: uno straripamento del cuore che gli allaga la testa, oppure l’abbandono alla confezione sadica di una storiella d’amore dalla quale fuggire il prima possibile.
La narrazione si appoggia a cliché tipici del genere, con tanto di triangolo amoroso tra lui, lei e l’altro, palleggiando tra la commedia e il dramma attraverso l’aiuto del flusso mnemonico del protagonista maschile e della sua abbondante voce narrante. Qui risiede l’altra profonda differenza con il film di Segal del 2004, con il quale il confronto è giocoforza scontato. In 50 volte il primo bacio il registro è unicamente quello comico-romantico, mentre Sucsy preferisce mescolare l’ironia con il dramma; forse per questo se si vuole rendere veramente l’idea su che cosa sia La memoria del cuore, il paragone più giusto da fare è un mix tra Le pagine della nostra vita e Un amore tutto suo.
La struttura drammaturgica è altrettanto scontata e prevedibile, con presente e passato che viaggiano parallelamente per poi entrare in collisione dopo una frammentazione di flashback che appaiono e scompaiono dallo schermo per instillare nel racconto sensazioni di dejà vu tra quello che è stato, quello che è e quello che sarà. Del resto, se stanno insieme ci sarà un perché parafrasando le parole di una celebre canzone. Sta a voi decidere in piena stagione balneare se andare a scoprirlo oppure no.
RARO perché… è un dramma sentimentale prevedibile e scontato.

Voto: * * *

Francesco Del Grosso