Che delusione, questo film, forte di un bellissimo titolo, di una regista dallo sguardo finora fresco e curioso e di una tematica che potrebbe non annoiarci mai: i binari falsamente rassicuranti lungo cui possiamo far scorrere le nostre esistenze, il lavoro, la famiglia, l’amore.
Dopo un incipit interessante, con i titoli di testa che proclamano senza dubbio alcuno le intenzioni della regista, tutto scade nella noia della supponenza, come se Rose Troche pensasse di aver carpito lei per prima il segreto problema dell’esistenza umana e sentisse il bisogno di comunicarcelo in quasi due ore di pura noia. Pochi
sprazzi per una regia che ricalca il peggiore dramma tv, fino a un finale talmente patetico da evitare i fischi solo per il sollievo di poter finalmente uscire dalla sala.
Mafe