Scheda film

Regia: Tomas Alfredson
Soggetto: John Le Carré (romanzo)
Sceneggiatura: Bridget O’Connor, Peter Straughan
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Montaggio: Dino Jonsäter
Scenografie: Maria Djurkovic
Costumi: Jacqueline Durran
Musiche: Alberto Iglesias
Francia/G.B./Germania, 2011 – Thriller spionistico – Durata: 127′
Cast: Gary Oldman, Colin Firth, Tom Hardy, Mark Strong, John Hurt, Zoltán Mucsi, Péter Kálloy Molnár
Uscita: 13 gennaio 2012
Distribuzione: Medusa

 Dalla Russia con rigore

1974, firmandosi John Le Carré, che si scoprirà poi essere uno pseudonimo, l’ex agente del servizio segreto di sua maestà britannica David John Moore Cornwell, ispirandosi a fatti reali, firma il romanzo “La talpa”, che diventerà presto un bestseller.
1979, la BBC produce una serie televisiva omonima tratta dal romanzo affidandone la regia a John Irvin ed il ruolo principale a Sir Alec Guinness.
2008, lo svedese Tomas Alfredson si rivela al mondo con il piccolo capolavoro Lasciami entrare, storia di infanzia e vampiri che molto riduttivamente potrebbe essere considerato la risposta europea a Twilight.
2011, shakerando i tre ingredienti appena elencati, con la benedizione di Le Carré che anche produce, il regista di Lidingö traduce finalmente per il grande schermo “La talpa”.
È il 1973, piena guerra fredda, Controllo (John Hurt), il direttore del Servizio Segreto Inglese, altimenti noto come MI6 o in codice Circus, nutre il sospetto che nei suoi vertici direttivi si sia insinuata una “talpa” al servizio dei sovietici. Cinque i principali indiziati, cinque pedine: Toby “‘Poor Man (il povero)” Esterhase (David Denick), Percy “Tinker (calderaio)”Alleline (Toby Jones), Roy “Soldier (il soldato)” Bland, Bill “Tailor (il sarto) Haydon (Colin Firth), George Smiley (Gary Oldman).
Invia perciò a Budapest l’agente sotto falsa identità Jim Prideaux (Mark Strong), che fallisce la missione, restando ucciso, provocando la fine della carriera di Controllo e del suo luogotenente Smiley. Dopo la morte del capo, il suo braccio destro verrà riassunto poiché quello della “talpa” è ormai qualcosa di più di un sospetto. La sua indagine, immersa tra i ricordi di un tormentato passato, sarà dura quanto spietata…
Le 364 pagine edite da Mondadori e piene di parole di Le Carré si confrontano con lo stile ellittico ed estremamente cinematografico fatto di fitte immagini di Alfredson, con il risultato di un’opera essenziale ed estremamente potente. Per quanto impegnativo da seguire, tra salti temporali e dettagli rivelatori, il dramma spionistico avvince ed ipnotizza, nella sua tesissima nebbia narrativa. Il regista non fa niente per alleggerire l’intrigo, né per renderlo ancora più difficile: se pure concede alle sole immagini ed ai dettagli lo sviluppo ed il procedere della narrazione, cerca a suo modo di delineare il più possibile la vicenda, pur lasciando allo spettatore il compito di (ri)mettere insieme tutte le tessere del puzzle. Si concentra sulla messa in scena, privilegiando i carrelli e la dilatazione dei tempi, alternandola a brusche quanto impreviste accelerazioni, mettendo però nelle mani di un manipolo di straordinari attori il merito della riuscita dell’impresa, sui quali spicca un granitico Gary Oldman, omino grigio, teso a riacquistare sempre più colori, rubandoli agli altri. Ancora una volta – dopo il passaggio dell’infanzia – Alfredson vuole indagare l’animale uomo, qui nella sua forma più “evoluta” di agente segreto, (sovr)umano sugli umani, pur sempre dominato e frenato dalle passioni e dal cuore: all’atto di una forma di vendetta/giustizia qualcuno piangerà, per proseguire l’attività di spia un altro in lacrime lascerà il suo compagno, un altro ancora vedrà la propria moglie andar via per un collega, che poi scoprirà aver architettato tutto soltanto per “distrarlo”.
Regia chirurgica, morale presente nell’amoralità, pur dispersa nell’ambiguità e, alla fine, nel tornaconto personale, accompagnate da un’irresistibile indulgenza al romanticismo e da una raffinata ironia (che ci regala l’ultima sequenza sulle note di una “La mer” molto swingata), fanno de La talpa un film estremamente attuale, ben oltre i quasi quarant’ anni di distanza dal romanzo originale, e certamente da non perdere.

Voto: * * * *

Paolo Dallimonti