Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Anna Maria Panzera
Fotografia: Giuseppe Tinelli
Montaggio: Luigi Cristiano Samassa
Musiche: Edoardo Bennato, Nicole Marie Renaud
Italia, 2010 – Avventura – Durata: 96′
Cast: Emanuele Vezzoli, Raffaele Gangale, Igor Mattei, Paola Casella, Giorgio Careccia, Alessandro Cremona, Alev Ucarer
Uscita: 1° aprile 2011
Distribuzione: Blukita Film

Sale: 7

 Disastro ambientale

Una preziosa formula chimica destinata a rivoluzionare lo smaltimento dei rifiuti è al centro di questa storia, ambientata tra Capri ed Istanbul, passando per Durazzo e Tunisi. Uno scienziato in fuga, un suo amico cui rivela il segreto ed il cui cuore non regge a tanto sapere, un amico di quest’ultimo che vuole scoprire il mistero, un comandante dei carabinieri deciso a scoprire la verità, più una serie di criminali che si muovono tra Italia e Turchia sono i comprimari della vicenda, destinata a lasciare morti e feriti sul campo, prima di essere risolta…
Una duplice domanda viene subito alla mente, dopo la visione di questo L’affare Bonnard: chi è Anna Maria Panzera e come è riuscita a mettere insieme i soldi per un film del genere, girato in parte anche all’estero? Casertana di nascita, ma naturalizzata milanese, ex insegnante di inglese e scrittrice, con all’attivo undici romanzi di genere giallo, di cui solo due pubblicati (uno addirittura da Sperling & Kupfer), nel 2009 inizia a scrivere la trasposizione di una di queste sue opere che, dopo sei settimane di riprese, vedrà la luce grazie anche alla fondazione della casa di produzione Blukita Film e diventerà appunto L’affare Bonnard. Abbellito dalle musiche di Eugenio Bennato ed impreziosito dalla fugace partecipazione del celebre David Brandon, legato a numerose pellicole di genere italiane, il debutto della Panzera, girato peraltro in pellicola, è uno strano oggetto fuori dal tempo. Quasi un prodotto di quell’exploitation tipica degli anni ottanta, con una trama però più contemporanea ed “ecologica” che definire confusa è dire poco, pieno di numerose dissolvenze nel montaggio, quasi a coprire chissà quali mancanze, interpretato da un cast assolutamente spaesato e pressoché inefficace (su tutti i due protagonisti Raffaele Gangale ed Emanuele Vezzoli sono veramente “scult”), lascia davvero stupefatti per ingenuità ed ambizioni assolutamente non paragonabili ai modestissimi risultati.
Un’operazione del genere, più televisiva che altro, se pure appaga l’ego dei suoi artefici, non aiuta affatto il cinema italiano, contribuendo solo a sperperare denaro, per quanto privato, che sarebbe potuto essere meglio utilizzato, ad esempio per aiutare giovani talenti maggiormente dotati. Ed il fatto che esca nelle sale proprio il 1° aprile potrebbe far pensare ad uno scherzo…
RARO perché… non è un film di cui vantarsi.

Voto: * * *

Paolo Dallimonti