Scheda film

Regia: Martin Campbell
Soggetto: Greg Berlanti, Michael Green, Marc Guggenheim
Sceneggiatura: Greg Berlanti, Michael Green, Marc Guggenheim, Michael Goldenberg
Fotografia: Dion Beebe
Montaggio: Stuart Baird
Scenografie: Grant Major
Costumi: Ngila Dickson
Musiche: James Newton Howard
USA, 2011 – Fantastico – Durata: 114′
Cast: Ryan Reynolds, Blake Lively, Peter Sarsgaard, Mark Strong, Tim Robbins, Jay O. Sanders, Taika Waititi
Uscita: 31 agosto 2011
Distribuzione: Warner Bros

 Lanterna perde

“Nel giorno più splendente, nella notte più profonda/nessun malvagio sfugga alla mia ronda/colui che nel male si perde/si guardi dal mio potere, la luce di Lanterna Verde” (Il giuramento della Lanterne Verdi).

Ben cinque erano le Lanterne Verdi da poter portare sul grande schermo (se si esclude l’unica donna, Jade, figlia della prima): il capostipite, Alan Scott, creato da Bill Finger e Martin Nodell nel 1940; poi Hal Jordan, nato per le penne e le matite di John Broome e Gil Kane nel 1959; quindi i sostituti di Jordan, John Stewart e Guy Gardner, ed infine il provvisorio Kyle Rayner. La scelta non poteva che cadere sulla seconda e più duratura nei decenni, che vide la luce nella “Silver Age”, l’epoca della rinascita dei supereroi, di cui fu simbolo insieme ai Fantastici Quattro e Flash.
Hal Jordan (Ryan Reynolds), pilota d’aviazione con un trauma d’origine paterna sulla coscienza, viene scelto dall’alieno Abin Sur (Temuera Morrison), ferito e morente, anzi dal suo anello, per succedergli al proprio posto nel corpo spaziale delle Lanterne Verdi, sorta di guardie intergalattiche alla pace universale, una pletora che si riunisce sul pianeta Oa e che riesce ad elevare a livello esponenziale la varietà di fauna presente al bar di Mos Esley in Guerre stellari. Un gruppo di esseri coraggiosi, armati dell’imbattibile forza della volontà, che stavolta deve vedersela col malvagio Parallax, incarnazione stessa della paura, in rotta verso la terra, ulteriore motivo per cui il riluttante Jordan non può che accettare il compito assegnatogli…
Per quanto rassicurante, o forse proprio per questo, la semplice trama di Lanterna verde allontana il film dagli ultimi, dubbiosi e scissi supereroi comparsi sullo schermo. I dubbi e le paure di Jordan sono davvero da barzelletta, così come lo stesso percorso cui è destinato, a conferma di una mancanza di idee, intuibile anche dalla moltiplicazione degli sceneggiatori – ben quattro! – e dei loschi figuri: dal senatore Hammond (un dimessissimo Tim Robbins) a suo figlio Hector (un involonatriamente ridicolo Peter Sarsgaard) che verrà posseduto, anzi infettato, dalla malvagia entità aliena, fino allo stesso Parallax, passando anche per Sinestro (il solito Mark Strong), una Lanterna Vere non proprio cristallina, che, dopo i titoli di coda, aprirà lo spiraglio per un temibile sequel.
Non basta neanche la roboante ed infantile raffica di effetti speciali, implementati dal solito 3D, ad integrare la – questa sì – paurosa mancanza di idee. Così, come l’idiocromatico Green Hornet di Gondry, questo Lanterna Verde, compiaciutissimo tra una “ficata” e l’altra, usata nei dialoghi dai protagonisti per descriverne lo stupore generato dalla sua presenza, regala qualche briciolo di divertimento ai meno esigenti, ma finisce per volare alto nell’universo non tanto verso il pianeta Oa, quanto dritto nel dimenticatoio.
Sarà forse il verde il nuovo e fumettistico colore della sfiga, destinato a soppiantare il viola di antiche origini religiose, nell’immaginario dello show business?…

Voto: * *

Paolo Dallimonti