Scheda film

Regia: Pablo Giorgelli
Soggetto e Sceneggiatura: Pablo Giorgelli e Salvador Roselli
Fotografia: Diego Poleri
Montaggio: Maria Astraukas
Scenografie: Yamila Fontán
Costumi: Violeta Gauvry e Laura Donari
Argentina/Spagna, 2011 – Drammatico – Durata: 85‘
Cast: Germán de Silva, Hebe Duarte, Nayra Calle Mamani, Monica Coca, Lili Lopez
Uscita: 3 ottobre 2013
Distribuzione: Cineclub Internazionale

 Viaggi incrociati

Le acacie, che in spagnolo danno il titolo a questo film di Pablo Giorgelli, sono alberi robusti, alti fino a diversi metri. Come tutti i vegetali non riescono ad opporsi all’abbattimento che, ad esempio, ne fa l’uomo nel silenzio delle foreste sudamericane. Legate ed impilate su camion, sono bell’e pronte al trasporto dal Paraguay all’Argentina. Insieme ad esemplari gli alberi appena tagliati viaggiano sul possente veicolo il camionista Rubén (Germán de Silva) e l’emigrante Jacinta (Hebe Duarte), in compagnia di sua figlia Anahí (l’incredibile Nayra Calle Mamani). Da Asunción del Paraguay a Buenos Aires i tre si faranno compagnia per un viaggio alla fine del quale, pur senza particolari sorprese, si ritroveranno tutti diversi…
Il debutto nel lungometraggio del cineasta argentino, che dal 2011 ad oggi ha già raccolto diversi premi in giro per l’Europa, parte dichiaratamente come un road movie, ma si discosta ampiamente dal genere, virando presto verso il film d’autore. Nulla di rilevante accade infatti lungo i circa 1500 chilometri percorsi dal terzetto di personaggi, non c’è l’azione” cui farebbe pensare l’ambientazione “stradale” e, a parte naturalmente la bambina, gli altri due parlano davvero poco. Va da sé che ogni parola che esca dalle loro bocche pesi come il piombo e che il viaggio importante sia in realtà quello dentro le anime della coppia di protagonisti, che muteranno atteggiamento man mano che la capitale argentina si avvicinerà.
Rubén è un uomo rude, ma gentile, indurito dagli anni di solitudine, ha pure un figlio, della cui esistenza – rivela – ha saputo dopo molto tempo e che non vede da otto anni; Jacinta una figlia la ha, la porta con sé, ma forse non è stata così cercata o voluta, poiché, come racconterà al suo accompagnatore, non ha un padre; sta andando da una cugina a Buenos Aires presumibilmente in cerca di un futuro migliore per sé e per la piccola Anahí. Un viaggio della disperazione pare incrociarsi con uno della speranza.
Nato in seguito ad una serie di perdite da parte del regista (la scomparsa del padre, la separazione dalla moglie dopo dieci anni di vita insieme, la mancanza improvvisa di lavoro e quasi di una casa in conseguenza della crisi economica argentina), ma anche di nuove conquiste (la famiglia ritrovata nella persona della nuova compagna, Maria), Las acacias è un film semplice ed allo stesso tempo impegnativo: mettetevi comodi, come sulle ampie poltrone di un camion ed abbandonatevi ai suoi silenzi ed al lento scorrere dei chilometri ed alla fine verrete premiati dallo sviluppo impercettibile di una storia al cui termine, una volta esplosa in tutta la sua onestà e rivelatasi molto più potabile di quanto all’inizio potesse sembrare, avrà cambiato anche voi spettatori come i suoi personaggi.
La pellicola di Giorgelli colpisce anche per la sua evidente abilità registica che gli ha consentito di girare disinvoltamente in ambienti angusti come la cabina di un autoarticolato, permettendo alla storia di respirare lentamente e di svilupparsi attraverso poche parole e frequenti sguardi, grazie anche ai suoi tre meravigliosi interpreti, tra i quali spicca la piccola Nayra Calle Mamani, un’attrice (neo)nata!
RARO perché… è un film d’autore sudamericano. 

Voto: 7

Paolo Dallimonti