E’ un’estate rivoluzionaria per Nathalie. La professoressa di filosofia del liceo ha appena scoperto che il marito dopo 25 anni la sta lasciando. In poche settimane sua madre sarà morta. Improvvisamente dopo anni respirerà la libertà per la prima volta e potrà mettere in pratica le sue teorie filosofiche…
Nathalie, interpretata da Isabelle Huppert, non sembra molto simile al giovane protagonista del precedente film della regista Hansen-Løve. La sua vita filosofica sembra lontana da quella del dj.
QUi Nathalie agisce in un mondo dove quasi tutti sono più giovane e idealisti di lei, e lei sembra incarnare il noioso conservatorismo reazionario. “Credo di essere troppo vecchia per essere un anarchica”, dice a un giovane amico.
Come cerca di fargli capire anche la sua casa editrice “Abbiamo bisogno di renderli più attraenti i suoi libri, meno austeri”, dice il suo editore.
E’ attraverso un suo protetto e frequentanso ambienti anarchici, che nathalie trova la via per evolvere dal suo ruolo e assurgere a una nuova dimensione di libertà.
Il film è a volte tortuoso e un po ‘troppo lento. E’ di fatto un viaggio nell’esplorazione della insicurezza che può colpire chiunque di noi, a qualsiasi età, quando iniziamo a mettere in discussione la vita che abbiamo costruito.
“So fronteggiare molto bene la vita”, dice Nathalie a uno studente, dimenticando però che la valutazione non spetta a lei…ma in questo caso al pubblico in sala.
Premiato giustamente a Berlino per l’interpretazione.