Dopo un “Tarzan” supereroe e edificante, la Walt Disney torna a un film di puro divertimento, in cui una leggenda precolombiana e’ solo lo spunto per una ritmata avventura ricca di trovate e personaggi azzeccati. La storia e’ davvero semplice (un egoista e viziato sovrano viene trasformato dalla invidiosa consigliera in un lama), ma ravvivata da continue e spumeggianti invenzioni visive e di scrittura. Colpisce la grande cura con cui sono caratterizzati tutti i personaggi, elemento tipico del “made in Disney”, ma un po’ appannato negli ultimi lungometraggi (“Tarzan”, “Mulan”), dove tendeva piu’ che altro a celebrare l’eroismo del protagonista e la sua incredibile forza abbinata al rigore morale. Ne “Le follie dell’imperatore”, invece, i personaggi sono simpaticamente sopra le righe, in apparenza facilmente etichettabili in “buoni” e “cattivi”, ma in realtà molto più sfaccettati. Finalmente sulla morale (che ovviamente non manca) prevale la forza delle gag e la ridicolizzazione dei caratteri.
L’imperatore protagonista non e’ certo un “buono”, e attraverso l’esperienza che vive non si ravvede, ma capisce che la sua visione del mondo era alquanto limitata. Pacha e’ molto disponibile nei confronti del prossimo, ma assai meno ingenuo di quello che sembra. E come al solito sono i più “cattivi” a conquistare lo schermo. La perfida consigliera Yzma e’ caratterizzata in modo davvero irresistibile e il doppiaggio di Anna Marchesini la rende oltremodo esilarante. Il fido Kronk, che alterna grossolanità a raffinatezze, e’ forse il personaggio più smaccatamente scisso, sempre indeciso tra i consigli dell’angelo e quelli del diavoletto. Forse più divertente per gli adulti che per i bambini, che riusciranno comunque a seguire il livello primario dell’azione e a vivere un’ora e venti in un mondo lontano e fantasioso dove tutto e’ possibile. Anche scovare la magia in un universo calcolato al millesimo per divertire, non turbare e assorbire una morale.
Luca Baroncini