Scheda film

Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Enrico Caria
Fotografia: Giuseppe Schifani
Montaggio: Roberto Martucci
Costumi: Francesca Balzano
Musiche: Pivio e Aldo De Scalzi
Nazione, Anno – Genere – Durata: ‘
Cast: Patrizio Rispo, Cristina Donadio, Pietro De Silva, Franco Gargia, Giancarlo De Cataldo, Natalia Cretella, Salvatore Mignano
Uscita: 13 gennaio 2012
Distribuzione: Bolero Film

Sale: 4

 Il sindaco insindacabile

“Napoli, 2020: la città è ora la più pulita, sicura e ricca della terra… ma come diamine hanno fatto?!”.
Ce lo racconta Enrico Caria in questo suo mockumentary, un falso documentario che potremmo anche definire “docu-future”, incentrato sulla fantomatica figura di Nicolino Amore (Patrizio Rispo), salito da un basso dei Quartieri Spagnoli alla poltrona di Sindaco. Con alle spalle un passato non proprio limpido, che lo vide posteggiatore, guantaio, anche in carcere ed a Londra, l’impavido Nicolino comincia a crearsi degli “speaking corners” nella Galleria “Umberto I” che lo portano in televisione, dove sbugiarderà due confusi politici tradizionali. Da lì l’accesso ed il successo alle elezioni a sindaco è pressoché immediato. Dopo un iniziale adagiarsi sugli allori ed un parziale fallimento, con conseguente perdita di consensi, il suo confrontarsi con la gente lo porterà a comprendere i veri problemi della sua città. Droga e camorra, da sempre a braccetto, potrebbero avere soluzione con un’idea semplice quanto scabrosa: la legalizzazione delle sostanze stupefacenti finora illecite. Osteggiato da un consiglio comunale reazionario, Nicolino riceverà inaspettato aiuto proprio da una famiglia camorrista colpita da un grave lutto. E fu così che Amore sconfisse Camorra…
Non nuovo alle provocazioni (è stato nel cast de “Le iene”), alle sperimentazioni fantascientifiche (già nel 1992 girò 17, ovvero: l’incredibile e triste storia del cinico Rudy Caino, ambientato in una futuribile Napoli ricostruita però ad Istanbul) ed ai documentari sulla propria città (suo il caustico Vedi Napoli e poi muori del 2006), Caria inventa il vincente (in tutti i sensi) personaggio di Nicolino Amore, costruendogli addosso un documentario dichiaratamente finto (essendo ambientato nel futuro), lanciando più di qualche messaggio esplicitamente politico. Azzeccata mescola di vizi e virtù partenopee, l’improvvisato sindaco attraversa tutte le fasi della crescita, conoscendo pure i giorni dell’ignominia, fino alla vittoria finale: tra l’elogio della raccolta differenziata, la denuncia di numerosi mali e la proposta della legalizzazione della droga, sembrerebbe un lungo spot elettorale del partito che (purtroppo) non c’è. L’Era legale in finale con un tono di leggerezza ma tutt’altro che in maniera innocua “ridendo castigat mores”, rimanendo un film originale, ben scritto (con un occhio alla tradizione napoletana della sceneggiata) e ben interpretato, non trascurando l’attualità e mescolando disinvoltamente realtà e finzione, tra personaggi veri ed inventati, non dimenticando l’assunto secondo cui “la realtà supera la fantasia”. E se qualche volta i toni si fanno fin troppo fiabeschi e la tensione drammaturgica latita, la simpatia del personaggio e della messa in scena sono tali che gli si perdona tutto.
RARO perché… Napoli + rifiuti + legalizzazione delle droghe fanno una miscela potabile solo per alcuni…

Voto: * * *½

Paolo Dallimonti