L’esorcista e’ uno dei pochi film che, da piccino, mi spaventavano a morte. Pensavo che visto al cinema il film ‘funzionasse’ in modo ancora maggiore, che fosse ancora più terrificante invece… invece non ho mai sentito ridere così tanto ! Alla proiezione cui ho assistito (cinema gremito, eta media 14-15 anni..) ad ogni scena forte si scatenevano ilarità esagerate e battutine idiote, manco fosse riposseduta o l’esorciccio ( unica eccezione la scena del crocifisso: lì l’imbarazzo si tagliava col coltello…:)) sono capitato in cinema pieno di idioti o e’ un fenomeno comune? forse non bisogna andare più al cinema di sabato sera….comunque ottimo il sonoro (ad eccezione del doppiaggio che mi sembra non sia stato ritoccato) e non eccezionali le scene aggiunte (anzi…), specialmente il finale…
Alcune personali notazioni sulla cosiddetta versione “director’s cut” dell’Esorcista:
– nella prima parte le scene aggiunte ambientate all’ospedale risultano interessanti in quanto costituiscono il primo gradino di un climax crescente di tensione che avvolge tutto il film
– l’ormai celebre scena della camminata “a ragno”, sebbene alquanto fugace, o forse proprio per questo, rappresenta un bel tocco di virtuosismo.
– il finale alternativo, con il dialogo tra il prete e l’ispettore, sebbene meno suggestivo di quello tradizionale che si chiudeva con un’inquadratura sulle scale, dà risalto alla struttura circolare del film, sottolineando il ritorno alla normalità.
Tutte le scene aggiunte sono state doppiate: lo stacco tra i dialoghi del ’73 e quelli del 2000 è evidente: le voci dei personaggi cambiano improvvisamente e il sonoro è chiaramente più nitido, nonostante la rimasterizzazione totale. Nel complesso comunque un’operazione interessante.
Risposta all’opinione qui sopra:
> nella prima parte le scene aggiunte ambientate all’ospedale risultano > interessanti in quanto costituiscono il primo gradino di un climax >crescente di tensione che avvolge tutto il film
Non sono d’accordo: la costruzione della sequenza getta il ridicolo su Regan (e questo conferma la decisione di Friedkin di tagliarla nella prima edizione: il pubblico ridacchiava…)
> – il finale alternativo, con il dialogo tra il prete e l’ispettore, sebbene
> meno suggestivo di quello tradizionale che si chiudeva con >un’inquadratura sulle scale, dà risalto alla struttura circolare del film, >sottolineando il ritorno alla normalità.
E quì il doppiaggio italiano ha smarrito l’ironia della battuta originale;
il poliziotto al prete : “I think this is the beginning of a beautiful
friendship” (Casablanca)
A proposito del ritorno alla normalità, che dire dello stesso prete che restituisce la catenina alla madre di Regan? come dire…”Se la tenga pure, potrebbe servirle ancora”.
> Tutte le scene aggiunte sono state doppiate: lo stacco tra i dialoghi >del ’73 e quelli del 2000 è evidente: le voci dei personaggi cambiano >improvvisamente e il sonoro è chiaramente più nitido, nonostante la >rimasterizzazione totale.
Verissimo! Ed è addirittura fastidioso. Nel complesso
il sonoro è rimasto quello che fu (i tanto sbandierati nuovi effetti
digitali sono ben poca cosa).
Per chi non lo ricordasse, durante il party (nella prima edizione) c’era una breve inquadratura di Regan, molto divertita, in mezzo agli invitati. E’ sparita, malamente, forse per non contraddire la sequenza precedente (la prima dell’ospedale).
Non è molto chiaro a cosa mirasse padre Karras mentre ascoltava la registrazione delle voci di Regan e la madre (nuova versione)…
La battuta dell’esorcista (Von Sydow) prima di entrare in camera (“qual è il secondo nome di Regan? “Teresa” “Che bel nome”) è la novità più interessante; sembra togliere ogni speranza alla bambina, alla madre, e a se stesso.
C’è ancora qualcos’altro, ma sembra piuttosto marginale.
> Nel complesso comunque un’operazione interessante.
Sono d’accordo, ma solo dal punto di vista del pubblico, che infatti ha reagito con sufficienza.
Devo ammettere, non senza sforzo, che il film è a tratti addirittura noioso, il che deriva da una forzatura della sceneggiatura, quantunque Friedkin l’abbia trattata da vero “autore”.
Sta di fatto che “L’esorcista” è tuttora una delle pellicole più spaventose, tout court, e che il risultato inghiotte tutte le sterili polemiche intorno alla sospetta “apostolicità” dell’operazione e il supposto reazionarismo del regista.
Il fulcro del racconto resta la bambina, le sue trasformazioni e il rapporto con gli adulti, tra i quali vanno annoverati gli scherani di una certa tendenza che vede il “politico” e i suoi messaggi anche in un cesto di lumache…