Scheda film
Regia: Steve James

Fotografia: Dana Kupper
Montaggio: David E. Simpson e Steve James
Musiche: Joshua Abrams
Suono: Zak Piper
USA, 2014 – Documentario – Durata: 118′
Uscita: 19 febbraio 2015
Distribuzione: I Wonder Pictures
Sale: 1

Rogert Ebert è stato un famoso e amato critico cinematografico. Probabilmente il più importante critico americano degli ultimi cinqunt’anni. La sua carriera è iniziata all’Università di Chicago, cove dirigeva il giornale dell’ateneo ed è proseguita come critico cinematografico del Chicago Sun-Times, giornale a cui è stato legato fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 2013 a causa di un tumore. Ebert non è molto conosciuto in Italia, per non dire che è uno sconosciuto e il suo lavoro, che peraltro gli ha fatto vincere un Pulitzer, non è mai stato pubblicato in lingua italiana. Eppure il film, a cui ha partecipato come protagonista e che racconta la sua vita, è così interessante da rendere il personaggio subito famigliare. E’ un documentario e si intitola Life itself. Inizia dalla sua malattia e con ripetuti flash back racconta la vita di Ebert, la sua passione per la cultura e il cinema, il suo rapporto con gli attori, la sua capacità di raccontare i film e di cambiare la critica cinematografica, inventando uno stile che gli permettesse di giocare con i lettori, portandoli a contatto con i dettagli più tecnici delle opere cinematografiche. Certo, è anche un film doloroso, perché la malattia di Ebert viene mostrata dal regista senza alcun filtro e senza pudore e questo è l’aspetto più controverso del film. Ebert decise, quando la sua malattia fu dichiarata incurabile, di mostrare tutto il percorso della sua vita, fino alla fine, senza reticenze. Dalla gioia per il Pulitzer, alle sue appassionate trasmissioni televisive sul cinema e dalle crisi per il dolore della malattia, agli ultimi giorni prima di morire. Non crediamo francamente che il dolore e l’abbruttimento dovuto alle operazioni diano più valore all’esistenza di Ebert e al suo modo di essere: un uomo gioioso e pieno di passione. E francamente non crediamo nemmeno che mostrare il suo coraggio nell’affrontare il cancro, lo rendano ancora più interessante di quanto già non fosse negli spezzoni che lo ricordano mentre tiene le sue lezioni di cinema nei festival in cui veniva invitato. Non la vorremmo considerare nemmeno una storia edificante, ma solo il racconto interessante di un critico cinematografico che ha vissuto grazie alla sua passione una vita interessante e di successo.

RARO perché… è un ritratto molto personale ed a tratti sgradevole.

Note: esce solo al Cinema Beltrade di Milano.

Voto: 7

Fulvio Caporale