Scheda film
Regia: Sydney Sibilia
Sceneggiatura: Sydney Sibilia e Francesca Manieri
Fotografia: Valerio Azzali
Montaggio: Gianni Vezzosi
Scenografie: Tonino Zera
Musiche: Michele Brega
Costumi: Nicoletta Taranta
Suono: Mirko Perri
Italia, 2020 – Commedia – Durata: 117’
Cast: Elio Germano, Matilda De Angelis, Tom Wlaschiha, Fabrizio Bentivoglio, Luca Zingaretti, Andrea Pennacchi, François Cluzet, Leonardo Lidi, Violetta Zironi, Alberto Astorri.
Uscita: 9 dicembre 2020
Distribuzione: Netflix
Sognare non costa nulla
L’ingegner Giorgio Rosa, appassionato di meccanica, di costruzione e di oggetti di ogni genere e poco incline a una professione comune e inquadrata, nel 1968 ha l’idea di costruire a oltre sei chilometri dalla Riviera Romagnola, fuori dalle acque territoriali italiane, una piattaforma ribattezzata “L’isola delle Rose” ovvero uno stato libero, indipendente e con una lingua ufficiale (l’esperanto).
Sydney Sybilia ricompone il sodalizio con il regista, amico e produttore Matteo Rovere, insieme al quale fra il 2014 e il 2017 è giunto al successo con la trilogia di Smetto quando Voglio, esordio fragoroso e fra i più promettenti degli ultimi anni esattamente a metà tra la riflessione sociologica e la commedia. Questa volta il regista Salernitano ha il pregio di mettere mano a una vicenda che dalla riviera romagnola è stata storicamente rimossa tanto velocemente quanto la piattaforma create dall’ingegner Giorgio Rosa, un Elio Germano che, spogliatosi dei panni di Antonio Ligabue, si è nuovamente calato nella parte di un sognatore fuori dagli schemi, ma con i piedi ben saldi per terra o, ancora meglio sarebbe dire, poggiati sul fondo del mare.
Germano, che ha studiato e visitato Bologna per apprenderne usi, costumi e ovviamente la cadenza dialettale, si muove con fare disinvolto nel ruolo di Rosa fra il sogno paterno di mettere al servizio della comunità la sua inventiva e quello di non piegarsi a una vita comune a quella di tanti altri ingegneri come lui. Oltre a raccontare abbastanza fedelmente il sogno di un uomo che non voleva omologarsi, la pellicola, in uscita a inizio dicembre per Netflix, si lascia andare alla commedia italiana più tipica quando a essere coinvolte sono le cariche istituzionali, in particolar modo il Presidente del Consiglio Giovanni Leone, interpretato da Luca Zingaretti, e il Ministro Dell’Interno Franco Restivo, cui dù corpo e voce Fabrizio Bentivoglio, un filo macchisttistici, ma efficaci. Unica pecca – a volerne trovare una – di una pellicola godibile, che ricostrusice pur romanzandola una vicenda caduta nel dimenticatoio, sono il linguaggio e gli atteggiamenti di una generazione di poco più che ventenni che pare quella d’oggi paracadutata negli anni sessanta.
Nel complesso però si sorride, si riflette sul senso di libertà anarchica e ci si specchia in un passato remoto caratterizzato da un boom economico inarrestabile e a suo modo omologante che solo qualche sognatore avrebbe potuto pensare di minacciare e incrinare.
Voto: 7
Ciro Andreotti (con la collaborazione di Paolo Dallimonti).