Interpreti: Corso Salani, Romina Mondello, Ludgero Fortes Dos Santos, Spiros Focas, Gigi Angelillo e la partecipazione di Ben Gazzara.
Sinossi:
Hadì, un ragazzo di colore, è in fuga dal suo paese. Inizialmente cerca di sopravvivere (nel paese dove arriva) vendendo the, ma subisce le angherie del mafioso di turno, quindi decide imbarcarsi e fuggire al di là del mare, ma i soldi non bastano mai. Quando finalmente riesce a racimolare il denaro necessario, la sera della partenza, Hadì ha uno scontro col poliziotto che gli aveva promesso di farlo imbarcare e, durante la colluttazione, il poliziotto rimane ucciso, quindi il ragazzo è costretto a scappare. Si tuffa nelle acque del porto e nuota, fino a quando non incontra una nave, sulla quale c’è Alliano, un giovane capitano della Marina che, lo salva e incautamente, decide di nasconderlo nella sua cabina.
Recensione n.1
Paolo Modugno (il regista) ha detto che gli avevano proposto una sceneggiatura che trattava di una vicenda di immigrazione clandestina che si svolgeva fra Istanbul e la Puglia, ma che lui ha pensato di travalicare gli angusti ambiti geografici di quella storia e immaginare, al contrario, una storia di clandestini “in generale” che si svolgesse in un posto “in generale” (o qualunque).
In questo modo nel suo film appare un clandestino “in generale”, un poliziotto corrotto “qualsiasi”, uno sfruttatore “qualunque”, il buono di turno “universale”…e via astraendo.
Il risultato è che la sua storia appare senza nessun carattere e forza propria, non ha – come si dice- né capo né coda, snocciola uno dietro l’altro l’assoluta banalità dei luoghi comuni sull’immigrazione smarrendo fin da subito la benché minima traccia di senso compiuto.
Quei personaggi, assoluti o in generale, si muovono in una atmosfera vuota, fintissima, non riuscendo a conquistare nessuna credibilità e tanto meno a suscitare alcun interesse o emozione nello spettatore.
Oltre a questa strategia narrativa totalmente insensata, il film soffre di uno stile – che Modugno sembra mutuare dai suoi precedenti televisivi – altrettanto banale; una messa in scena, movimenti di macchina e direzione degli attori degni di uno mediocre sceneggiato televisivo.
In questo senso, probabilmente, fra piccolo e grande schermo in quest’opera c’è la ricerca della possibilità di uno schermo universale (in generale).
Insomma una prova deludente sotto tutti i punti di vista, uno spreco di tempo e di denaro (il film gode di un finanziamento pubblico) assolutamente evitabili.
Andrea Scaccia
Recensione n.2
Modugno ha voluto evidenziare la storia di Hadì con una colonna sonora che è diventata parte integrante del film e l’ha fatto (parole sue) “per sottolineare il tratto documentaristico del mondo dell’immigrazione”. Effettivamente il taglio del film è documentaristico, ma più che sul mondo dell’immigrazione sembra un documentario su questo gruppo rock emergente: tutto il film è invaso dai suoni di questi musicisti pseudo – posse, ma è più di un sottofondo, diciamo quasi che è quasi un concerto di un’ora e mezza, inframmezzato dai segmenti di una storia, la storia di Hadì, un immigrato che non si capisce da dove viene, né dove si trova, né tanto meno dov’è diretto. Il regista ha spiegato che la decontestualizzazione è voluta perché si tratta di una storia che potrebbe succedere in qualunque parte del mondo, e questo è vero, ma per come è stata raccontata la storia si capisce che Hadì si trova in Italia, perché se si trovasse per esempio in Germania, la storia sarebbe stata completamente diversa.
Non mi sembra una buona idea quella di decontestualizzare completamente una storia sull’immigrazione, in primo luogo perché la decontestualizzazione non è mai completamente possibile, a meno che non si giri un film su Marte, con regista e attori originari di Marte, quindi senza che ci siano influenze culturali!! Inoltre non credo che sia possibile decontestualizzare un’opera cinematografica, per quanto la storia possa essere generica.
Per il resto non mi sembra che ci sia molto da dire su un film come questo, anzi una cosa c’è: non andate a vederlo!
Giuditta Martucci