Recensione n.1
***1/2 spoiler alert: level 2
L’uomo che non c’eraBuon film. Ovvio, è dei Coen.
DA TENERE: Praticamente tutto.
DA BUTTARE: In un film dei Coen? Ma scherziamo? Ok, forse la lentezza allontanerà qualche potenziale spettatore di troppo…
NOTA DI MERITO: Hey, una recensione stringata, essenziale, praticamente minimalista!
NOTA DI DEMERITO: Eh, mica è finita qui, che credevate? Avanti, continuate a leggere le mie pippe…
AUTOCRITICA: Nel terzo del cammin della mia vita (ho progetti a lungo termine), una domanda mi sorse e neanche troppo spontanea: che senso hanno le recensioni? Non basterebbero le pallette? Vogliamo esagerare e ci mettiamo le stellette? Ok, allora mettiamocele pure, ma il concetto non cambia: quanti di noi si leggono veramente fino in fondo una recensione di un film del solito saccente critico o pseudo-critico (questo dovrei essere io…) che, con sopraffina spocchia, ti sbatte in faccia tutte le nozioni, e quasi mai emozioni, che lo fanno apparire come “uno che se ne intende”, ma solo perché nessun altro ha la voglia di mettersi davanti ad una tastiera di un pc per contestargli che “la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”??? Ammettiamolo: il 99% dei critici scrive ESATTAMENTE le stesse boiate, inserendo qua e là qualche notiziola letta su “Ciak” o altre riviste del settore. Non ci credete? Volete un esempio? Ok.
Potrei cominciare dicendo che “questo ennesimo film dei Coen (Joel regista e Ethan co-sceneggiatore) va ad aggiungersi ad una filmografia che si distingue sempre per originalità e voglia di raccontare storie di perdenti alla ricerca di un riscatto che quasi mai arriva. In questa pellicola troviamo il camaleontico Billy Bob Thornton (non solo attuale marito della splendida Angelina Jolie, ma anche attore in “Armageddon”, “Soldi sporchi” ecc. ecc.) nei compassati panni di un barbiere alle prese con una piccola truffa che, poco a poco, si rivelerà sempre più ingestibile, in un concatenarsi di eventi che nessuno potrà fermare. Il cast è perfetto (possiamo ricordare la moglie del regista, l’attrice Frances McDormand), dallo stesso Thornton a James Gandolfini (“I Soprano”) ed il tutto è magicamente fotografato in uno sfavillante bianco e nero spesso ispirato al noir e all’espressionismo tedesco del direttore della Fotografia Roger Deakins”.
Ecco, ora ditemi voi se tutto ciò non è una palla; quasi mi addormentavo mentre ricercavo errori di battitura!
Il fatto è che solo in poche occasioni si può inserire in una recensione qualche pizzico di originalità e cioè quando i film fanno veramente schifo e allora ci si diverte a demolirli in ogni modo possibile!!! Altrimenti tutto è routine e credo che nessuno di noi ami particolarmente la routine, no? E poi, nota personale (già perché fino ad ora il mio era un discorso totale-globale, come no!), la voglia di mettersi a scrivere salta fuori quasi sempre quando non si sta mooolto bene. Traduco: niente donne! Scherzi a parte, probabilmente il cinismo dovuto a determinate situazioni tiene più compagnia di chiunque altro e, in fondo in fondo, non è poi una così cattiva compagnia.
Ok, vado a suicidarmi. Cinismo, mi tieni la corda? Grazie, sei un amico. (Che recensione del menga…)
Ben, aspirante Supergiovane
Recensione n.2
Dov’e’ Ed Crane, mentre la sua vita va a rotoli? E’ stato rapito dagli alieni come l’amante di sua moglie? E’ stato tagliato e spazzato via come i capelli degli uomini civilizzati?
Forse e’ rimasto solo il suo corpo a riempire scarsamente lo spazio mentre osserva la situazione precipitare con la freddezza partecipativa di un entomologo. Forse neanche il suo corpo e’ li’: Crane non riempie mai le stanze, anche quando sono dei bugigattoli, non e’ mai insieme agli altri nelle inquadrature illuminate da una luce sparata e grandandolare.
Meno cialtrone del solito, Joel Coen sceglie i ritmi lenti e drammatizzati del noir, paralleli alle volute di fumo che sembrano rappresentare l’unico vero piacere di questo “uomo dei nostri tempi”. Un uomo che e’ stato cancellato: dalla noia, dal tentativo goffo di capovolgerla, da una monocorde voice off che invece di raccontare nasconde, come quando guardi una cosa da vicino a lungo.
Meno cialtrone del solito, Ethan Coen dipinge comunque brevi siparietti di orrenda umanita’: le ansie orali della giovane pianista senza ambizioni, la follia della fresca vedova, l’ingenuita’ del ricatto eppur riuscito e pensato per dare diecimila dollari a una violetta mammola con tanto di “entrepreneur” scritto sul bigliettino da visita.
Algido, doloroso, da rivedere.
Mafe