Scheda film
Regia e Soggetto: RZA
Sceneggiatura: Eli Roth e RZA
Fotografia: Chi Ying Chan
Montaggio: Joe D’Augustine
Scenografie: Drew Boughton
Costumi: Thomas Chong
Musiche: Howard Drossin e RZA
USA/Hong Kong, 2012 – Azione – Durata: 95′
Cast: RZA, Russell Crowe, Lucy Liu, Rick Yune, Dave Bautista, Jamie Chung, Pam Grier
Uscita: 9 maggio 2013
Distribuzione: Universal Pictures
Sangue chiama sangue
Da qualche anno a questa parte, la dicitura “Quentin Tarantino presenta” campeggia sulle locandine di una serie di film che hanno raggiunto e continuano a raggiungere le nostre sale (e non solo), quasi fosse un benestare che il celebre cineasta statunitense rilascia di volta in volta a quelle pellicole altrui che hanno incontrato e solleticato il suo gusto. Una sorta di “Uomo del monte dice si!”, che certifica l’appartenenza delle suddette, drammaturgicamente e stilisticamente parlando, a un “manifesto” cinematografico nato dall’autore di cult come Pulp Fiction, Le Iene e Kill Bill. Quest’ultimo è legato, infatti, a un modo di fare e concepire la Settima Arte piuttosto riconoscibile, che trova in una serie di elementi codificati il baricentro intorno al quale far ruotare l’intero corpus filmico. Per i “romantici” di turno, questa può essere la versione perfetta, ma in realtà non è difficile riconoscere in quella dicitura un tentativo palese di chiamare a raccolta le masse abnormi di cinefili, sfruttando un nome senza alcun dubbio altisonante come quello di Tarantino per provare a fare lievitare gli incassi al botteghino. Insomma, un brand che suona come uno slogan su una T-Shirt, che per molti è senza se e senza ma un sinonimo di qualità. In passato, tale strategia ha dato i suoi frutti, vedremo se funzionerà anche nel caso de L’uomo con i pugni di ferro, esordio dietro la macchina da presa del rapper afroamericano Robert Diggs, in arte RZA.
Sotto l’ala protettrice dell’amico Quentin e la collaborazione in fase di scrittura di Eli Roth, RZA passa così alla regia dopo aver firmato colonne sonore di successo (Kill Bill Vol. 1 e Ghost Dog) e aver timbrato un bel po’ di volte il cartellino entrando nei cast di pellicole come Coffee and Cigarettes, American Gangster o The Next Three Days. Come prevedibile, non rinuncia a firmare la colonna sonora, così come non ha nessuna intenzione di privarsi della possibilità di vestire i panni del protagonista, un fabbro di colore che si diletta a costruire armi letali in un villaggio della Cina di fine Ottocento messo a ferro e fuoco dai clan rivali che vogliono mettere le mani insanguinate su uno scottante carico d’oro. Delle tre cose, però, la performance davanti alla macchina da presa è proprio quella che gli riesce peggio, a differenza del lavoro sulle musiche e di regia che non è da disprezzare. In particolare, la messa in quadro prende quota più per i meriti coreografici di Corey Yuen, che interviene in maniera massiccia sulle moltissime sequenze marziali appoggiandosi al tradizionale wire work per renderle accattivanti, adrenaliniche e a tratti spettacolari (vedi l’attacco delle vedove nere nel massacro del bordello), che per gli effettivi valori espressi da RZA nelle restanti, ossia quando ai combattimenti corpo a corpo e armati si passa alla stasi e agli scambi dialettici. Questo perché la sua scrittura e la costruzione dei dialoghi non può e non potrà mai raggiungere lo stile tarantiniano, semmai scimmiottarlo in maniera piuttosto sfacciata con esiti che lasciano il tempo che trovano.
Escluse le innumerevole parentesi coreografiche, che a conti fatti giustificano quantomeno il prezzo del biglietto (dall’immancabile duello nel bosco con le funi alla Killer Clans al tutti contro tutti tra i Lions e i Gemini nel salone della locanda del drago che rievoca il primo combattimento in interni di Rondine d’Oro nel capolavoro Come Drink With Me, per chiudere in bellezza con l’interminabile bagno di sangue finale che replica in scala il crepuscolare epilogo di Kill Bill Vol.1) anche se alla lunga nel loro reiterarsi finiscono con il saturare la visione, l’operazione assume le fattezze di un bazar caotico dove è possibile trovare intrattenimento a buon mercato. Mescolare generi, situazioni, personaggi e autori legati indissolubilmente all’immaginario del wuxia e del kung fu movie hongkonghese old style con l’estetica ultrapop del videoclip, diverte ma riduce il tutto a un spettacolo di cinetica fine a se stesso. In tal senso, L’uomo con i pugni di ferro si allontana dall’omaggio e dal frenetico gioco citazionistico che è solito scorrere nei fotogrammi impressi da Tarantino, a favore di un disegno drammaturgico, narrativo, stilistico ed estetico legato nient’altro che a una scialba emulazione. È come copiare un’altra copia. In poche parole, se Tarantino per il suo Kill Bill sa come e dove andare a pescare nella filmografia Shaw Brothers per poi rielaborare in maniera del tutto personale la materia prima, al contrario RZA si limita a saccheggiare a destra e a manca per poi gettare il tutto in uno script che ha il sapore di una minestra riscaldata.
Voto: * *½
Francesco Del Grosso
Alcuni materiali del fim:
“POTETE CHIAMARMI JACK
“MADAME BLOSSOM AFFRONTA BRONZE LION”
“LO STILE TIGER”
RZA PRESENTA I PERSONAGGI (sottotitoli in italiano)
DIETRO LE QUINTE DEL FILM (sottotitoli in italiano)
ELI ROTH (sottotitoli in italiano)
RUSSELL CROWE (sottotitoli in italiano)
LUCY LIU (sottotitoli in italiano)
DAVID BAUTISTA (sottotitoli in italiano)
“IL VIAGGIO INIZIA” (sottotitoli in italiano)
“UNA LEGGENDA DEL CAST” (sottotitoli in italiano)
“IN PRIMA PERSONA” (sottotitoli in italiano)
“RISPETTARE I CLASSICI” (sottotitoli in italiano)
“VISUALIZZARE LA STORIA” (sottotitoli in italiano)