Regia: Vanessa Lapa
Sceneggiatura: Vanessa Lapa e Ori Weisbrod
Montaggio: Noam Amit e Sharon Brook
Musiche: Daniel Salomon, Jonathan Sheffer e Gil Feldman
Suono: Tomer Eliav
Israele, Austria, Germania, 2014 – Documentario – Durata: 94′
Cast (voci): Tobias Moretti, Sophie Rois, Lotte Ledl, Florentín Groll, Pauline Knof, Antonia Moretti, Lenz Moretti, Martin Lalis, Alexander Riemann, Markus Riexinger, Florian Wandel, Thomas Zerck, Tom Zahner
Uscita: 27 gennaio 2015
Distribuzione: Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema in collaborazione con MYmovies.it e Wanted
La raggelante banalità del male
Arriva il 27 e il 28 gennaio nei cinema italiani una proiezione speciale per celebrare il “Giorno della Memoria”: L’uomo per bene – Le lettere segrete di Heinrich Himmler. La data del 27 fu scelta dieci anni fa, a livello internazionale, in ricordo delle vittime del nazismo e della Shoah, si tratta del giorno in cui nel 1945 erano state aperte le porte del campo di sterminio di Auschwitz.
Il documentario spaventoso e disturbante è diretto da Vanessa Lapa e si basa su rarissimi filmati, in gran parte mai visti prima, tratti da 151 fonti di 53 diversi archivi dislocati in 13 paesi del mondo, come il Bundesarchiv-Filmarchiv di Berlino, i National Archives del Maryland, lo Steven Spielberg Film and Video Archive presso l’USHMM Washington e altri ancora.
Il 6 maggio del 1945 i soldati dell’esercito americano occuparono la casa della famiglia Himmler a Gmund, in Germania, dove furono scoperte centinaia di lettere private, documenti, diari e fotografie. Dalla lettura di questo materiale nasce un film che svela i pensieri nascosti, gli ideali, i piani e i segreti del comandante delle SS, l’architetto della “Soluzione Finale”, Heinrich Himmler. Il girato è stato interamente restaurato, sonorizzato, montato seguendo proprio il fil rouge delle lettere dell’uomo e mostrando allo spettatore come il male assoluto possa nascere dalla banalità e da un’apparente normalità. Le voci degli attori leggono i messaggi che spaziano dalla quotidianità, agli orrori, ai deliri di onnipotenza con inquietante leggerezza.
Com’è accaduto che un cattolico-nazionalista della classe media potesse diventare il braccio destro di Hitler, il responsabile dell’ideazione, dello sviluppo ed esecuzione delle strategie che portarono allo sterminio di milioni di ebrei, comunisti, testimoni di Geova, omosessuali, dissidenti e Rom? Da dove nasce questa ideologia? Come vedeva se stesso e com’era visto in privato – dalla moglie Margarete, dalla figlia Gudrun e dall’amante Hedwig? Com’è stato possibile che l’uomo che tanto elogiava le cosiddette virtù tedesche, come l’ordine, la decenza e la bontà, quando scriveva a casa, nel bel mezzo della guerra e della “Soluzione Finale”, affermasse: “Malgrado tutto il lavoro, sto bene e dormo bene”? Come può un uomo diventare un eroe ai propri occhi ed essere uno sterminatore di massa agli occhi del mondo?
Vanessa Lapa è nata negli anni ’70 in Belgio dove è cresciuta ma vive oggi in Israele. Giornalista di successo, ha prodotto e diretto più di un centinaio di reportage d’attualità per la televisione israeliana. Parla così del suo nuovo film: “Dato che la narrazione si svolge intorno alla costellazione di Himmler e della sua famiglia – dapprima attraverso i parenti e i fratelli, poi attraverso la moglie, la figlia e l’amante – il pubblico diventa testimone del mondo prodotto dalla Prima guerra mondiale e dalla Repubblica di Weimar, viste inizialmente dal punto di vista di un tedesco della classe media e successivamente dal punto di vista di una famiglia nazista di alto rango”.
Un viaggio nella Germania del tempo, dunque, ma soprattutto un viaggio nella personalità di Himmler realizzato grazie anche alla collezione di documenti personali e fotografie che Davy Lapa, padre di Vanessa, ha acquistato nel 2006 e che, dopo un processo d’identificazione che ha coinvolto i maggiori esperti dell’Archivio nazionale tedesco, sono attualmente custoditi a Tel Aviv.
Continua la regista “le impressioni personali e il coinvolgimento di Himmler negli sviluppi politici e sociali dell’epoca sono il filo conduttore che dà forma all’esperienza cinematografica. Lo spettatore è così abbandonato al disagio di essere combattuto tra due poli: il coinvolgimento emotivo dettato dagli scritti particolarmente intimi dei personaggi e le orribili atrocità commesse per loro ordine”.
Voto: 8
Francesca Bani