Scheda film
Titolo originale: The commuter
Regia: Jaume Collet-Serra
Soggetto: Byron Willinger e Philip de Blasi
Sceneggiatura: Byron Willinger, Philip de Blasi e Ryan Engle
Fotografia: Paul Cameron
Montaggio: Nicholas De Toth
Scenografie: Richard Bridgland
Costumi: Jill Taylor
Musiche: Roque Baños
G.B./Francia/USA, 2018 – Thriller – Durata: 105′
Cast: Liam Neeson, Vera Farmiga, Patrick Wilson, Jonathan Banks, Sam Neill, Elizabeth McGovern, Killian Scott
Uscita: 25 gennaio 2018
Distribuzione: Eagle Pictures
Liam non scende alla prossima
Michael MacCauley (Liam Neeson), ex poliziotto ed attualmente assicuratore, tutti i giorni da dieci anni compie lo stesso tragitto in treno tra casa e lavoro. Un giorno da una misteriosa donna, che si presenta come sedicente psicologa (Vera Farmiga), riceve una proposta apparentemente innocua, ma in realtà ricattatoria: identificare un passeggero “fuori posto”, una persona che viaggia sullo stesso treno e risponde a determinate caratteristiche, prima della fermata successiva. Incuriosito, Michael accetta la sfida, ma si ritrova invischiato in un pericoloso piano criminale che potrebbe costare la vita a lui e agli altri passeggeri del convoglio…
Quarta collaborazione tra l’attore british dalla doppia anima – (sempre più) action e (sempre meno) autoriale – e il catalano Jaume Collet-Serra, regista tra i più adrenalinici in circolazione. Dopo Unknown – Senza identità (2011), Non-Stop (2014) e Run all night – Una notte per sopravvivere (2015), pellicole molto simili se non uguali, tutte variazioni sul tema dl giustiziere solo contro tutti, ecco arrivare questo L’uomo sul treno, sorta di remake ferroviario del film del 2014 ambientato invece su un aereo. Qui il protagonista almeno all’inizio è accuratamente descritto come un uomo del tutto normale, ma gli basterà poco per scrollarsi l’ordinarietà di dosso – come sentire che la propria famiglia è a rischio – e, senza il minimo segnale, scatenare l’inferno.
Con ispirazione hitchcockiana (Delitto per delitto, aka Strangers on a train), la pellicola è il classico meccanismo ad orologeria, frutto di quel buon lavoro di scrittura indispensabile per operazioni del genere, in cui ciascun personaggio è al suo posto, dotato ognuno di un buon interprete che lo impersona e dei requisiti che lo collocano nel giusto posto all’interno di una storia che si fa via via più intricata, fino quasi all’inverosimile. Difatti si stenta man mano a credere che una tale cospirazione possa essere stata così fittamente tessuta, con coinvolgimento perfino di forze dell’ordine corrotte, senza un vero e proprio motivo che non sia l’intrattenimento dello spettatore.
Magari non tutto è prevedibile e qualche guizzo e momenti di spiazzamento per il pubblico pagante ci sono pure, però di film come L’uomo sul treno una volta che ne hai visto uno li hai visti tutti. Rimane un sano divertimento per chi al cinema non cerca molto di più di qualche brivido facile, ma nulla di più.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti