Scheda film

Regia: Robert Rodriguez
Soggetto:
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Scenografie:
Costumi:
Musiche:
Suono:
Nazione, Anno – Genere – Durata: ‘
Cast: Danny Trejo, Mel Gibson, Lady Gaga, Antonio Banderas, Jessica Alba, Michelle Rodriguez, Charlie Sheen, Cuba Gooding Jr e Sofia Vergara
Uscita: 7 novembre 2013
Distribuzione: Lucky Red

Vedere Machete Kills è un po’ come ascoltare la medesima barzelletta due volte: la prima volta è lecito divertirsi, la seconda ci si limita a sfoggiare un sorrisetto di circostanza. A dirla tutta, il divertimento suscitato dal personaggio avrebbe potuto considerarsi esaurito nel finto/vero trailer di Grindhouse, ma se il primo film incendiava l’immaginario adolescenziale di Rodriguez con dosi massicce di satira sociale, tirando in ballo la politica americana e le leggi sull’immigrazione, nel secondo capitolo il regista messicano si limita a un divertito riciclaggio di materiali spuri, da Guerre Stellari alla saga di James Bond, fino all’exploitation più trucida. La materia prima, un composto radioattivo di scorie e paccottiglia, è quella che ha sempre alimentato il suo cinema, sia nei suoi esiti migliori (Desperado, Dal tramonto all’alba, Sin City, Planet Terror) che in quelli meno riusciti (C’era una volta in Messico, The Faculty, Spy Kids), ma questa volta resta inerte. Il meccanismo si fa essenzialmente ludico, anche troppo, e gli ingranaggi iniziano a incepparsi; l’”inside joke” tra il film e lo spettatore, che sottende comunque un certo grado di complicità, inizia a mostrare la corda, considerando l’autoindulgenza del regista e la ripetitività dell’assunto. Una ripetizione che sfocia nella prolissità, visto lo sproporzionato minutaggio, e nell’incontinenza: c’era davvero bisogno di due trailer del prossimo film, uno in testa e uno in coda?
L’assemblaggio è palese quanto dissennato, così come la volontà di infondere nuova vita in un mostro di Frankenstein composto di spezzoni di celluloide provenienti dalle fonti più disparate. Machete Kills nasce sotto l’egida di Proteo, muta continuamente volto e identità proprio come i personaggi che lo abitano. Marcos Mendez, affetto da personalità multipla, è un rivoluzionario idealista, ma anche un terrorista psicotico, un boss del Cartello e un agente federale sotto copertura, mentre El Camaleon è un killer che cambia faccia a suo piacimento, interpretato da quattro attori diversi. Personalità multipla e mutazione fisiognomica non sono altro che paradigmi dell’incessante metamorfosi che attraversa il film, una cifra stilistica dichiarata che però non basta a sostenerne l’esile impalcatura. La fluidità metamorfica di personaggi e/o struttura narrativa si infrange contro la staticità dell’indistruttibile Machete Cortez, più granitico del muro che separa il Messico dagli Stati Uniti.
Impiccato o preso a fucilate, Machete si rialza sempre, cavalcando persino una testata nucleare in stile Dottor Stranamore, dimostrando la stessa stolida resistenza del suo ideatore. Regista e personaggio non sanno quando fermarsi, e se questo potrà entusiasmare tutti quelli che non trovano che questo genere di gioco abbia fatto il suo tempo, lascerà perplessi tutti gli altri. Persino le gag vagamente splatter sono svogliate e all’insegna del déjà-vu, dall’utilizzo creativo degli intestini dei malcapitati ai reggiseni e strap-on sputafuoco. Nel campo, infatti, qualsiasi straight-to-video prodotto dalla Sushi Typhoon brucia Rodriguez di parecchie piste per inventiva e oltraggiosità delle trovate.
L’unica consolazione la si può trovare nel comparto attoriale anche se, come è giusto e persino auspicabile, gli attori recitano al minimo sindacale. Su tutti spiccano per istrionismo Demian Bichir (Mendez) e Mel Gibson, il quale se la cava con una buona dose di autoironia nelle vesti del “villain” Luther Voz. Nel settore “femme fatale”, da sempre caro al regista, si impone Amber Heard (Miss San Antonio), seguita da Michelle Rodriguez e Sofia Vergara, mentre Walt Goggins, Cuba Gooding Jr, Antonio Banderas e una strepitosa Lady Gaga sono le quattro incarnazioni del proteiforme El Camaleon. Cameo di Charlie Sheen nel ruolo del Presidente, e imperitura beatificazione di Danny Trejo nel ruolo della sua vita. Non un granchè, ma comunque meglio del pistolero di Dead in Tombstone. 

Voto: 6

Nicola Picchi

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