Scheda film
Titolo originale: Interdit aux chiens et aux italiens
Regia: Alain Ughetto
Soggetto: Alain Ughetto e Alexandre Cornu
Sceneggiatura: Alain Ughetto, Anne Paschetta e Alexis Galmot
Fotografia: Fabien Drouet e Sara Sponga
Montaggio: Denis Leborgne
Scenografie: Jean-Marc Ogier
Musiche: Nicola Piovani
Francia/Italia/Belgio/Svizzera/Portogallo, 2022 – Storico/Biografico/Drammatico – Durata: 70′
Cast di voci: Ariane Ascaride (Marina Tagliaferri), Alain Ughetto (Antonio Sanna), Diego Giuliani, Cristoforo Gato, Lorenzo Pasquier
Uscita in sala: 31 agosto 2023
Distribuzione: Lucky Red
Era mio nonno
La toccante epopea della famiglia Ughetto narrata dal loro discendente in terra di Francia Alain.
Luigi e Cesira Ughetto emigrano dall’Italia, in particolare dal piccolo villaggio di Ughettera in Piemonte, alla volta della Francia intorno ai primi del secolo scorso. Sono anni difficili e nei due paesi, come in tutta Europa, avvengono tante cose.
Affrontano due guerre, ma non perdono mai la dignità e l’integrità, oltre all’orgoglio nazionale, nonostante l’Italia li abbia traditi…
A raccontare tutto è il nipote Alain, regista e animatore, che a passo uno fa rivivere le gesta della sua famiglia e, come una sorta di deus-ex-machina, porgerà in più occasioni la sua “manona” in carne e ossa in una sorta di dialogo costante con i suoi avi per ricevere e donare oggetti narrativamente importanti in quel momento. Come una simbolica trasmissione di saperi, lavoro e tradizioni.
“Vietato ai cani e agli italiani”, la scritta affissa sulla porta di un locale, che Luigi si troverà a spiegare fantozzianamente ai suoi figli, è il titolo originale – al quale nel nostro idioma è stato preferito il più diplomatico, ma meno incisivo Manodopera – di questa personalissima e dolente pellicola che mette in connessione oltre cento anni di storia.
Nei racconti del padre, Alain aveva sentito sempre parlare di un paese di nome Ughettera, in Piemonte, dove si diceva che tutti gli abitanti avessero il suo stesso cognome, e, alla morte del padre, decise di andare a controllare, scoprendo che non fosse solo leggenda. Nove anni or sono nacque l’idea di questo film. Andò a controllare di persona, ma non trovò molte testimonianze, neppure le tombe dei nonni: solo rovine. Tant’è che un contributo fondamentale per la pellicola venne da “Il mondo dei vinti” di Nuto Revelli, scrittore e partigiano italiano che nella sua opera racconta un mondo simile a quello vissuto da Luigi e Cesira. Però in occasione del viaggio raccolse alcuni oggetti legati alla vita quotidiana che fu, come carbonella, broccoli e castagne. Nel suo atelier, con l’aiuto di Jean-Marc Ogier e della sua squadra, i broccoli sono diventati alberi, la carbonella si è trasformata in montagne, le zollette di zucchero in mattoni: tutto per ridare vita a quel mondo scomparso.
La delicatezza e la “compassione” dell’animazione a passo uno infine, muovendosi sulle malinconiche musiche originali di Nicola Piovani, fanno sì che il film si rivolga e parli al mondo intero, poiché non c’è terra emersa che non abbia conosciuto il fenomeno, immigratorio ed emigratorio, rendendo così la storia universale ed attuale.
Voto: 7 e ½
Paolo Dallimonti