Scheda film
Regia: Simon Curtis
Soggetto: dai libri di Colin Clark
Sceneggiatura: Adrian Hodges
Fotografia: Ben Smithard
Montaggio: Adam Recht
Scenografie: Donal Woods
Costumi: Jill Taylor
Musiche: Conrad Pope
G.B./USA, 2011 – Drammatico/Biografico – Durata: 99′
Cast: Michelle Williams, Eddie Redmayne, Kenneth Branagh, Julia Ormond, Pip Torrens, Emma Watson, Geraldine Somerville
Uscita: 1° giugno 2012
Distribuzione: Lucky Red
Come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba sexy
È l’estate del 1956. Marilyn Monroe è reduce dai successi di Quando la moglie è in vacanza di Billy Wilder e di Fermata d’autobus di Joshua Logan. Il destino le ha riservato di girare altri quattro film, più uno, il remake di Le mie due mogli (My favorite wife) di Garson Kanin, che, rimasto incompiuto, sarà rieditato e restaurato nel 2001 per la TV col titolo di Something’s got to give. Ma lei questo non lo sa.
Il primo film è Il principe e la ballerina, diretto da Sir Laurence Olivier, che la star americana produrrà anche con la sua casa di produzione. A Londra in luna di miele col suo ultimo marito Arthur Miller (Dougray Scott), Marilyn (Michelle Williams) dovrà scontrarsi sul set col celeberrimo attore britannico (Kenneth Branagh), attratto da lei, ma allo stesso tempo insofferente verso la sua volubilità e gli apparenti capricci. Troverà conforto solo nell’anziana Sybil Thondike (Judi Dench) e nel giovane Colin Clark (Eddie Redmayne), assistente durante le riprese, che diventerà per lei un punto di riferimento e, durante l’assenza del marito, una sorta di amante quasi platonico…
Tratta da i due libri di memorie scritti dal vero Clark, “The prince, the showgirl and me” (già trasposto in un documentario televisivo omonimo di Clare Beaven) e, appunto, “My week with Marilyn”, la pellicola ha tutte le caratteristiche della commedia (inglese) di lusso: regia accurata, ottimi interpreti, trama intrigante. Senza scadere nel morboso, l’opera firmata da Simon Curtis, regista di stampo finora prettamente televisivo, attraverso la travagliata lavorazione del film di Olivier, con la Monroe costantemente placcata dall’assillante actor coach Paula Strasberg (Zoë Wanamaker) e vessata dalle isterie reattive del baronetto attore e regista, afflitta da problemi di salute – ebbe anche uno dei suoi numerosi e favoleggiati aborti – vuole restituire un ritratto autentico dell’essere umano Marilyn, smessi i panni della grande ed acclamata attrice. E solo l’incontro ed il confronto con un puro, aspirante membro di quel folle mondo dello spettacolo come Colin Clark può catalizzarne la messa a fuoco, spogliandone il costrutto di diva a favore della reale fragilità della donna poco sicura di sé, incapace a ricordare le battute, ritardataria se non latitante sul set, ma capace di mettere a frutto questa sua semplicità come una delle migliori doti di grande intpreprete.
E se buona parte del cinema inglese vecchio e nuovo, da Branagh alla Dench, dalla Ormond a Toby Jones, da Emma Watson a Derek Jacobi, per citarne alcuni, è salito a corte della più indimenticabile delle leggende contemporanee, Michelle Williams è la più (in)credibile incarnazione del mito, perfetta nella somiglianza fisica e nel ricrearne con la voce i suadenti e suggestivi imbarazzi (che la doppiatrice italiana Chiara Colizzi s’è sforzata di ricreare con risultati non disprezzabili).
Voto: * * *½
Paolo Dallimonti