Recensione n.1
Con Guédiguian ritorniamo alla solare Marsiglia, ai suoi colori e sapori mediterranei. Un cast d’eccezione, eppure immutabile lungo tutta la filmografia del regista, interpreta un triangolo amoroso alla “Jules et Jim” che darà l’occasione allo spettatore di assistere ad una sorta di scannerizzazione dell’animo umano, se innamorato. Abbandonate le lotte di classe del proletariato di “Marius et Jeanette”, ci spostiamo in un milieu piccolo-borghese, la cui tranquilla quotidianità sarà sovvertita dall’irrazionalità dei sentimenti.
Marie-Jo ama riamata il marito Daniel: ha condiviso con lui tutta la vita, è accomunata a lui dalla figlia Julie, dalla casa, dalla serena solidità che dà la vita familiare. L’incontro con Marco, dapprincipio una semplice avventura, si trasforma in una passione totalizzante, che toglie il respiro eppure ridona la gioia di vivere, dà l’illusione della giovinezza, offre la possibilità di un nuovo inizio. Ben presto, però, il labile equilibrio si incrinerà disorientando tutti i protagonisti coinvolti che non riusciranno a scegliere perché in balia di un sentimento che non è decifrabile né codificabile.
Nell’età di mezzo, né la razionalità né l’esperienza sembrano dare risposte adeguate. Marie-Jo è lacerata tra il desiderio di fedeltà nei confronti del marito e l’insopprimibile voglia di sentirsi viva. Marco, l’amante, accetta solo a metà il ruolo di “eterno fidanzato”. Il dolore del marito tradito non intraprende mai lo scontato sentiero del rifiuto o della violenza, diventa ricerca disperata di un’alternativa del cuore.
Un film di sentimenti, dunque, che mai degenera nel melò grazie anche al rigore dei dialoghi e alla verità della regia. È anche un film politico in quanto rifiuta la bellezza stereotipata e patinata dei divi hollywoodiani per rappresentare un amore fra persone normali, umili e sincere, oneste e “democratiche”. In sintesi, una commossa ricerca: “La verità, vi prego, sull’amore”.
Mariella Minna
Recensione n.2
Una donna che ama 2 uomini e non riesce a staccarsi da nessuno dei due. Come tutti i suoi film, Guediguian gira a Marsiglia con la sua “personale” squadra di attori. Con una sceneggiatura davvero eccezionale, questo nuovo film si distacca un po’ dai suoi consueti temi politico-sociali (vabbè cmq riesce a infilarci Manu Chao e O bella ciao) per parlare di un tema assolutamente attuale nonchè interessante: il provare dei sinceri sentimenti per più di una persona. L’analisi dei personaggi è davvero approfondita, i dialoghi sono brillanti e il tutto appare “vero”. Anche lo sviluppo della vicenda non è mai banale, e la storia offre anche dei colpi di scena. Marsiglia, come sempre è ben fotografata, e la regia asseconda ottimamente la storia.
Da non perdere. 7,5
Holden
Recensione n.3
Il cinema francese lo sottolinea da anni: il rapporto di coppia e’ quanto mai fragile e ineluttabilmente destinato alla disgregazione. Figuriamoci un trittico, con una lei e due lui: la tragedia e’ inevitabile. Se si fosse trattato di un film spagnolo i tre sarebbero finiti a vivere insieme bevendo tequila e ballando salsa, invece la morte, nel film di Robert Guediguian, pare l’unico modo per dimostrare la sincerita’ di un amore sdoppiato. A parte questa svolta, chiarificatrice ma banale, il lungometraggio “Marie-Jo e i suoi due amori” affronta con originalita’ la più classica delle situazioni. Prima di tutto per la caratterizzazione dei personaggi, ma anche per il loro inserimento in un contesto sociale preciso: sappiamo il lavoro che fanno, entriamo nella loro quotidianita’, conservano una spiccata personalita’ e non diventano mai simbolici. Marie-Jo non e’ una moglie annoiata in cerca di trasgressione, secondo un certo stereotipo del triangolo erotico, ma e’ una donna innamorata sinceramente di due persone che affronta il suo dissidio interiore con sensi di colpa, dettati dall’impossibilita’ di vivere serenamente questa sua scissione affettiva, ma con totale liberta’. Per una volta, quindi, non e’ l’uomo che deve scegliere tra il tepore della famiglia e la passione travolgente, ma e’ una donna che si completa dividendosi in due e vivendo in modo assoluto e totalizzante entrambi gli amori. Questo ribaltamento di ruoli dona verve e spigliatezza al film, con uomini in attesa di una telefonata e inclini alle lacrime, ma le risate in sala la dicono lunga sul bacchettonismo dilagante di fronte a scelte anticonvenzionali, vissute on dolore e amore sinceri. Il regista si preoccupa costantemente di non giudicare il suo personaggio e alcune situazioni e dialoghi sembrano assurdi, abituati come siamo a pensare che le cose debbano andare in un’unica direzione, la sola possibile in un mondo ancora legato a schemi rigidi e indiscutibili. Ma Guediguian non vuole farsi porta-bandiera della coppia aperta. Quello che accade nel film riguarda solo Marie-Jo e chi le gravita intorno e lo spettatore si trova semplicemente ad essere testimone di un amore inusuale. Forse avrebbe giovato al film una maggiore concisione, perche’ dopo un po’ il ripetersi dei tira e molla della protagonista non aggiunge molto al suo personaggio e alla storia. In ogni caso, grazie anche alla generosita’ degli interpreti (davvero luminosa Ariane Ascaride, moglie del regista) e ad una messa in scena schietta ed efficace, il film offre un punto di vista significativo raccontando una storia problematica con sensibilita’ e intelligenza.
Luca Baroncini