Recensione n.1
Ottimo, veramente ottimo. Memento fa parte di quella categoria di film basati su una idea non replicabile, tipo Ricomincio da capo, Essere John Malkovich e I Soliti Sospetti: non credo che vedremo molti altri film sulla perdita di memoria a breve. I film-gimnick se funzionano sono una gradita sorpresa ma se fossero di più stancherebbero e basta. Memento costringe all’attenzione – se si perde un passaggio diventa sostanzialmente incomprensibile. Mi sembra che la struttura funzioni ma l’attenzione maggiore del solito mi ha fatto notare un paio di errori di continuity (una ferita che appare e scompare, un macchina sporca improvvisamente pulita) che altrimenti mi sarebbero sfuggiti. La rarissima malattia e la freccia del tempo invertita consentono situazioni mai viste prima e risolte con grande efficacia – ‘No, è lui che sta inseguendo me’, o la scena in cui Carrie-Anne Moss insulta Leonard dopo aver nascosto le penne – ma, davvero, non si potranno usare di nuovo. Il finale, quando dall’esistente ma rarissima malattia ci ritroviamo nei consueti autoinganni della memoria, è perfetto. Guy Pearce, bello, bravo e sottovalutato, è in scena praticamente sempre e se la cava benissimo. Ho scoperto il fascino di Carrie-Ann Moss.
Stefano Trucco
Recensione n.2
Memento di Cristopher Nolan, è un film molto interessante dal punto di vista dell’suo metatestuale del racconto. Il gioco di Nolan, la sua acuta riflessione sul tempo e sulla memoria diventa un espediente narrativo affascinante sia per il narratore che per lo stesso spettatore. Un film certamente molto molto letterario, che gioca sui livelli che si sovrappongono all’indietro nel formare un puzzle di ricordi, di tatuaggi e fotografie. Il protagonista Guy Pearce soffre di una grave forma di perdita di memoria, memorizza un evento ma dimentica tutto dopo appena 5 minuti o anche meno. Troviamo così un personaggio alla ricerca dell’assassino della moglie, che , come lo spettatore, non conosce il passato prossimo se non attraverso degli importanti indizi, che, come per chi guarda il film sono un indizio alla risoluzione di un giallo inverso. Il fascino del film è senza dubbio l’uso riavvolto del tempo, l’idea della “suspense” che procede parallela alla memoria ed in questo caso è uno stimolo interessante sul ” saper guardare il film”. Un gioco metatestuale che provoca lo spettatore annullando gli eventi, nascondendo il senso delle cose, offuscando i personaggi, tutto all’insegna del rapporto tra logica e memoria. Anche noi, come Guy Pearce cerchiamo di disegnare una coordinata del tempo, andando indietro negli indizi che il film ci porta a galla, cerchiamo di spostare la nostra percezione temporale, il nostro unire gli eventi, oscillando tra il passato e il futuro, annullati relativamente da un tempo dilatato. Un film che attraverso il fascino testuale senza dubbio toglie fascino ai personaggi, non ha una interessantissima forma registica, ha una fotografia forse accademica, un montaggio difficile ma un po’ sotto le righe e recitazioni non certo memorabili. Ma Nolan probabilmente non poteva far altro che svincolarsi narrativamente dalle immagini e ricreare testi e blocchi narrativi sovrapposti. E forse hanno tolto una certa atmosfera di base, un senso del luogo, che comunque ogni film valido deve ahimè avere.
Voto: 6,5
Francesco Due