Scheda film

Regia: Sergio Rubini
Soggetto e Sceneggiatura: Sergio Rubini, Carlo Cavalluzzi, Umberto Marino
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Angelo nicolini
Scenografie: Roberto De angelis
Costumi: Patrizia Chericoni
Musiche: Paolo Buonvino
Suono: Maricetta Lombardo
Italia, 2013 – Commedia fantastica – Durata: 105′
Cast: Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè, Lillo Petrolo, Sergio Rubini, Vanessa Incontrada, Margherita Buy, Bob Messini
Uscita: 9 maggio 2013
Distribuzione: 01 Distribution

 Ma vale veramente la pena risorgere ?!

Biagio Bianchetti, proprietario della BB magazzini, è da sempre perseguitato dalla scomoda figura di un suo ex compagno di classe; Ottone Di Valerio, imprenditore di successo che decide di costruire un grande magazzino proprio di fronte a quello di Biagio. Questi, colpito da sconforto e debiti decide quindi di suicidarsi, ma dall’aldilà gli viene concessa un’ulteriore possibilità; reincarnarsi, per una sola settimana, per potersi redimere. Biagio decide di reincarnarsi in Dennis Ruffino, noto manager socio e amico intimo di Ottone.
Un cast stellare, costituito con grande sapienza, non riesce a risollevare le sorti del nuovo film di Sergio Rubini, qua anche nel ruolo di un angelo sui generis, uscito a oltre cinque anni di distanza dal precedente Colpo d’occhio. Una commedia degli equivoci fiacca e mal orchestrata dove si incrociano la più classica commedia all’italiana, frutto di equivoci da ‘stanze da letto’, e la ‘reincarnazione‘ in tal caso di Biagio Bianchetti, interpretato da Lillo, del duo Lillo & Greg, che deve condividere il corpo di Dennis Ruffino (Emilio Solfrizzi), dovendone alla fine adottare anche abitudini di vita il più lontano possibile dalle sue; dal non fumare, all’essere un salutista maniaco del jogging. Nel complesso una prova incolore da parte di un Rubini che per una volta decide di passare alla commedia all’italiana. Supremi e assoluti mattatori della scena restano Marcorè e Solfrizzi, capaci di dividersi in duetti degni della migliore commedia di casa nostra, pur non riuscendo a salvare un prodotto capace di attirare pubblico, grazie ad un soggetto di pregio e un ottimo cast, ma che si trascina sino alla sigla conclusiva, chiaramente preceduta dal più classico dei lieto fine. 

Voto: * *½

Ciro Andreotti

 #IMG#Stasera mi butto

Biagio Bianchetti (Lillo Petrolo) è un uomo d’affari sull’orlo del suicidio. Lo incontriamo infatti mentre, dopo aver lasciato un biglietto alla moglie, si sta per buttare in un lago con una pietra al collo. Ma, come lo stesso Biagio ci spiega appena caduto in acqua, era stato sino a poco tempo prima un importante uomo d’affari, sul cui cammino, fin dall’infanzia, si era sempre stesa la lunga ombra di Ottone Di Valerio (Neri Marcorè), più alto, più bello, ma soprattutto più intraprendente di lui, un rivale in sostanza insuperabile.
Appena “riemerso” dalle acque in cui era disgraziatamente caduto, Biagio si ritrova in un taxi, a bordo del quale una specie di tassista/Caronte lo sta traghettando verso l’aldilà, dove otterrà, in virtù della sua buona fede, l’opportunità di tornare sulla terra per un’altra settimana nei panni di un’altra persona. Deciso a vendicarsi di Ottone, egli sceglierà di incarnarsi in Denis Rufino (Emilio Solfrizzi), consigliere personale e guru spirituale del suo rivale. Ma dovrà stare attento, poiché il meccanismo non è perfetto: gli specchi continueranno a riflettere l’immagine di Biagio. Anche se questo sarà solo il minore dei problemi…
Sarà una fissa personale di chi scrive, ma è molto difficile non genuflettersi ed inchinarsi sgomenti e fiduciosi di fronte ad una commedia fantastica ogni volta che in Italia per sbaglio se ne gira una. A distanza di oltre cinquant’anni da uno degli esemplari più illustri del sottogenere, quel Fantasmi a Roma di Antonio Pietrangeli ed a molto meno da Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek che sua volta lo ricordava, Mi rifaccio vivo di Sergio Rubini – che letteralmente riappare dietro la macchina da presa dopo tre anni e mezzo di silenzio dal suo non disprezzabile L’uomo nero – ha ancora una volta a che fare con l’aldilà, utilizzando uno dei meccanismi più classici della commedia degli equivoci, ossia lo scambio di persona.
Fin qui niente di straordinario, si dirà, se non fosse che il film ha alcune trovate che giustificano già da sole il prezzo del biglietto: l’aldilà di Biagio è così laico da avere un Caronte in tassì con le fattezze di Enzo Iacchetti, mentre al posto di San Pietro troviamo nientepopodimeno che un barbutissimo Carlo Marx e la solerzia e lo zelo del personale d’oltretomba – nelle cui file milita un Rubini in guisa di piacevole cammeo – sono davvero sconcertanti. Certo, in alcuni momenti la tensione narrativa e la vis comica sembrano latitare, ma la simpatia dei quattro protagonisti (Lillo, Marcoré, la Buy e Solfrizzi in un doppio ruolo) è tale da recuperare il ritmo della pellicola a livelli più che accettabili. La macchina filmica, attraverso la studiata architettura della sua sceneggiatura, in fondo è avviata con sufficiente carburante da permetterle di percorrere l’intera strada senza mai fermarsi sino alla fine.
La morale che Rubini vuole affidarci è quella che un nemico, per quanto odioso ed insopportabile, merita di essere conosciuto meglio, potendo riservare più di qualche sorpresa. E così è il suo cinema: da non snobbare a priori, negli alti e bassi della sua produzione, potendo sorprendere piacevolmente. Come in questo caso. 

Voto: * * *½

Paolo Dallimonti

FEATURETTE – SERGIO RUBINI ED EMILIO SOLFRIZZI

FEATURETTE – LILLO PETROLO & VANESSA INCONTRADA
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