Scheda film
Regia: Dennis Dugan
Soggetto: dalla commedia di Abe Burrows
Sceneggiatura: Allan Loeb, Timothy Dowling
Fotografia: Theo van de Sande
Montaggio: Tom Costain
Scenografie: Perry Andelin Blake
Musiche: Rupert Gregson-Williams
USA, 2011 – Commedia – Durata: 117′
Cast: Adam Sandler, Jennifer Aniston, Brooklyn Decker, Nicole Kidman, Nick Swardson, Bailee Madison, Griffin Gluck
Uscita: 1° aprile 2011
Distribuzione: Sony Pictures
Una moglie del cactus
Il chirurgo plastico Danny Maccabee (Adam Sandler), da quando ha scoperto che la ragazza che da lì a poche ore sarebbe diventata sua moglie lo tradiva, s’è lasciato la fede al dito e finge di essere sposato di fronte a tutte le sue conquiste, per evitare di restare ancora bruciato. Quando conosce Palmer (Brooklyn Decker), una ragazza con una marcia in più e lei si accorge della fede, convincerà la sua segretaria Katherine (Jennifer Aniston) e i di lei figli avuti dal precedente matrimonio a fingere di essere la sua famiglia. Complice una vacanza alle Hawaii, Denny avrà modo di scoprire quale sia per lui il vero amore…
Rozzo remake di Fiore di cactus di Gene Saks, allora sceneggiato da I.A.L. Diamond che lo trasse dalla commedia teatrale di Abe Burrows, il quale a sua volta si ispirò al testo francese di Barillet e Grédy, Mia moglie per finta (titolo italiano non tra i più brillanti) è una commedia divertente, ma esasperatissima e soprattuto estremamente prevedibile. Molto lunga e sbilanciata nella gestione dei personaggi, esordisce con una curiosa e parzialmente inutile chiosa che vede Sandler col nasone scoprire che la futura moglie lo tradisce. Finalizzata a giustificare perché Danny avrebbe indossato a vita la fede nuziale, fingendo di essere sposato, la scelta narrativa imbruttisce il personaggio senza motivo, se non per ricollegarsi labilmente ad un suo futuro da chirurgo plastico. Ormai consuetudine di un certo tipo di commedie statunitensi, il pedale è spinto sulla volgarità, concentrandola in Eddie (Nick Swardson), cugino di Danny, che, oltre ad aver subito un irrinunciabile intervento di allungamento penieno, per buona parte del film si finge tedesco ed inforca un paio di occhialoni da miope. Questi toni esasperati alla lunga aggiungono però un tocco surreale alla commedia, rendendola più appetibile, malgrado si avvii verso la più prevedibile delle evoluzioni.
Sandler non è neanche lontanamente paragonabile a Walter Matthau, come peraltro il resto del cast rispetto a quello originario, ma c’è un’unica sorpresa che da sola vale quasi il prezzo del biglietto: è una nuovamente ritrovata Nicole Kidman, alla quale va il plauso per l’autoironia con cui si è avvicinata ad una pellicola che trattasse, per quanto tangenzialmente, la chirurgia plastica, una branca della medicina con cui recentemente ha avuto a che fare, rovinandosi, e rimanendo lontana per lunghi mesi dai set. L’attrice, nei panni dell’eterna rivale della Aniston, brilla per singolare cattiveria nel frivolo “duello” danzereccio, fino a calare poi umanamente la maschera di una vita di menzogne.
Voto: * *½
Paolo Dallimonti