Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Lee Isaac Chung
Fotografia: Lachlan Milne
Montaggio: Harry Yoon
Scenografie: Yong Ok Lee
Costumi: Susanna Song
Musiche: Emile Mosseri
USA, 2020 – Drammatico – Durata: 115′
Cast: Steven Yeun, Yuh-Jung Youn, Yeri Han, Alan Kim, Will Patton, Noel Kate Cho, Darryl Cox
Uscita in sala: 26 aprile 2021
Distribuzione: Academy Two
Il sogno americoreano
Anni ottanta. Jacob (Steven Yeun), immigrato coreano, trascina la sua famiglia dalla California all’Arkansas, deciso a ritagliarsi la dura indipendenza di una vita da agricoltore. Sebbene Jacob veda l’Arkansas come una terra ricca di opportunità, il resto della sua famiglia è sconvolto da questo imprevisto trasferimento in un fazzoletto di terra nell’isolata regione dell’Ozark. L’arrivo dalla Corea della nonna (Yuh-jung Youn), donna imprevedibile e singolare, stravolgerà ulteriormente la loro vita. I suoi modi bizzarri accenderanno la curiosità del nipotino David (Alan Kim) e accompagneranno la famiglia in un percorso di riscoperta dell’amore che li unisce…
Prodotto da Brad Pitt, il film di Lee Isaac Chung si è accaparrato all’edizione degli Oscar 2021 il Premio come Miglior attrice non protagonista a s Yuh-jung Youn e ai Golden Globes 2021 quello come Miglior film in lingua straniera, più altri riconoscimenti in giro per il mondo. Dopo Parasite, Minari è il secondo film coreano ad essere nominato agli Oscar come miglior film.
È una vicenda semplice, forse troppo, ammantata di grazia e poesia, che mira dritta al cuore. Ispirandosi ai suoi ricordi d’infanzia e al nome di un’erba piccante coreana che diventa più rigogliosa nella sua seconda stagione di crescita, come la nuova generazione della famiglia protagonista, il regista racconta la storia di un bambino con qualche problema di salute, di un papà un po’ bizzarro e di una nonna assai singolare. Una storia che, ha immaginato, avrebbe voluto raccontare a sua figlia, mischiandola alla propria esperienza: dalle memorie dei grandi litigi fra i suoi genitori nell’Arkansas fino a alla nonna che incendiò metà della loro fattoria.
Minari però, e questo secondo noi è il suo punto debole, vuole raccontare anche la magnificenza del Sogno americano, dove tutto è possibile, dove anche un bambino può guarire da una malattia cardiaca già solo respirando l’aria del paese con la bandiera a stelle e strisce; dove un immigrato, andando anche contro la sua famiglia, può realizzare i propri sogni di gloria; dove per trovare l’acqua basta anche solo una bacchetta, come in una leggenda.
Minari è sì una tenera favola, ma è anche un grosso grazie ad un paese che ha accolto la famiglia di Lee Isaac Chung, rischiando però di risultare un film ruffiano e – ahinoi – di propaganda americana.
Voto: 6
Paolo Dallimonti