Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Paul W. S. Anderson
Soggetto: dalla serie di videogiochi di Kaname Fujioka
Fotografia: Glen MacPherson
Montaggio: Doobie White
Scenografie: Edward Thomas
Costumi: Danielle Knox
Musiche: Paul Haslinger
Cast: Milla Jovovich, Tony Jaa, T.I., Diego Boneta, Josh Helman, Meagan Good, Ron Perlman
Germania/Cina/Giappone/USA, 2020 – Azione/Fantasy – Durata: 103’
Uscita in sala: 17 giugno 2021
Distribuzione: Sony Pictures Italia
Se aprite quella “porta”… entrano i mostri, ma Milla ha (sempre) i suoi “antidoti”
Il Capitano Artemis (Milla Jovovich), donna dai profili spigolosi e dalla voce petrosa che nasconde il suo cuore in una scatolina di metallo, si ritrova nel nulla del deserto, dove con il suo team conduce una missione di recupero per un gruppo di compagni dispersi. Dopo essere stati risucchiati e sballottati da un vortice spazio/temporale fatto di fulmini e polvere, si ritrovano in un altro deserto a combattere con mostri dall’allure preistorico. Isolata in un labirinto di rocce abitate da terrificanti mostri aracnoidei pattugliato da un gigantesco vermone squamato degno erede degli antenati Tremors, Artemis deve stringere un patto con un enigmatico giovane cacciatore. Egli sembra infatti intenzionato quanto lei a raggiungere la misteriosa torre al di là delle dune insidiose che li separano dalla verità e da “casa”. E dove in un’oasi fitta di trappole si nasconde un manipolo di bizzarri guerrieri non terrestri.
Dagli zombi nell’Alveare agli ancestrali mostri di dimensioni parallele, brulicanti tra caverne labirintiche e deserti oceanici. Milla Jovovich, alias Capitano Natalie Artemis, torna a combattere per la sopravvivenza armata di forza sovraumana e di ironia moderatamente trash, ancora diretta dallo scaltro marito Paul W. S. Anderson. Primo episodio che vorrebbe forse aprire ad una saga, Monster Hunter, dal 17 giugno in sala, è direttamente veicolato dall’altro mondo che da tanti anni gravita intorno e dentro il cinema d’intrattenimento, quello del gaming.
Più nello specifico dalla fucina milionaria della Capcom che già creò e distribuì quel Resident Evil da cui lo stesso Anderson generò la lunga e fortunata saga cinematografica omonima (iniziata nel 2002).
Tra i primi e più smart a trarre successo dalla contaminazione tra videogioco e settima arte, Anderson ha colto nella ricchezza videoludica e nella sua potenziale serialità per il grande schermo, un’occasione ghiotta con Monster Hunter, producendo il film nel momento dell’uscita del capitolo finale (e di maggiori vendite) del gioco. Trama basica, personaggi solidamente mono-espressivi, carismatici quanto immobili, paesaggi mozzafiato ed effetti speciali roboanti innestati su infinite massacranti serie di combattimenti corpo a corpo e scontri epici già visti a tonnellate.
Ma la forza di Anderson sta proprio nel cogliere la fruibilità divertente, interattiva e distraente di un prodotto trans-mediale come Monster Hunter. Riuscendo a dare grande respiro (anche troppo) al déjà-vu, alla battaglia tra creature, alla potenza dei corpi e degli ambienti, alla tensione della lotta e alla costruzione dettagliata degli scenari. Tralasciando l’intreccio narrativo e la vivacità dei dialoghi, ridotti solo a qualcosa di più degli scheletriti resti dei mostri nel deserto dove Milla e compagnia militare rischiano di lasciare più e più volte la pelle.
La ciclicità, le attese e i tormentoni sono il pane quotidiano di Paul W. S. e famiglia, che ben si destreggiano con l’immaginario del videogioco nipponico, l’orrore fantastico dei suoi mondi “altri” e l’esigenza del pubblico di un tonificante e rumoroso divertissement. Tuttavia il poco spazio lasciato ad un seppur sintetico approfondimento dei personaggi limita l’immedesimazione e il godimento pur lauto ed elementare. Così come l’aspettativa per i prossimi capitoli di questa avventura fiera della tradizione dei B-Movie, ma con quel guizzo di extravaganza che Anderson ci ha abituato a cercare, e che qui sembra latitare.
Voto: 5
Sarah Panatta