Scheda film
Regia: Michel Gondry
Soggetto: basato sul romanzo di Boris Vian
Sceneggiatura: Michel Gondry e Luc Bossi
Fotografia: Christophe Beaucarne
Montaggio: Marie-Charlotte Moreau
Scenografie: Stéphane Rosenbaum
Costumi: Florence Fontaine
Musiche: Étienne Charry
Suono: Guillaume Le Bras
Francia/Belgio, 2013 – Fantastico – Durata: 125′
Cast: Romain Duris, Audrey Tatou, Gad Elmaleh, Omar Sy, Aïssa Maïga, Charlotte Le Bon
Uscita: 12 settembre 2013
Distribuzione: Koch Media
Anguille che scappano nel lavandino per non essere cucinate, campanelli che si muovono sulle zampe, si scompongono e suonano all’impazzata per venire poi schiacciati come scarafaggi, monitor televisivi da cui escono chef per dare consigli in cucina, cibo che si sposta da solo per fare posto alla portata successiva. È un inizio esplosivo, geniale e creativo quello che offre Michel Gordy nel suo ultimo film Mood Indigo.
Il regista di Se mi lasci ti cancello non smentisce le sue doti visionarie mettendo a punto un prodotto pieno di virtuosismi visivi. La storia è un adattamento (non è il primo) del libro di Boris Vian “La schiuma dei giorni” e racconta le vicissitudini di Colin (Romain Duris), giovane parigino ingenuo e benestante e il suo amico migliore amico Chick (Gad Elmaleh), un ingegnere stravagante con un’unica fissazione: il filosofo Jean-Sol Partre. Trovano entrambi l’amore, Colin conosce Chloé (Audrey Tautou) a una festa e sulle note di Duke Ellington si innamorano perdutamente. I personaggi sono caratterizzati secondo canoni favolistici e fanno azioni senza senso con estremo realismo e naturalezza: un risultato riuscito anche grazie ad espedienti tecnici, dal green screen, allo stop-motion, al rallenty, in un susseguirsi di fatti surreali, a partire dal grande laboratorio pieno di dattilografe che battono la storia su macchine da scrivere in movimento.
Se il film risulta ben riuscito nella caratterizzazione dei personaggi e dei luoghi, con uno sforzo apprezzabile nell’utilizzo di allegorie e metafore che conferiscono una straordinaria poeticità al racconto, lo è meno sotto il profilo dei temi contenutistici. Ricchezza, povertà, lavoro, felicità, salute, malattia, amicizia, amore e tradimento, sono tutti ben presenti nelle due parti in cui si divide il film (allegria prima e tristezza poi) in un pot pourri semantico che lascia poco spazio alla riflessione. Quasi il regista abbia voluto mostrare un affresco di vita reale ma inserito in un contesto assolutamente irreale, perdendo, tra gli artifici, il vero messaggio del film (una semplice storia d’amore). Anche la fotografia accompagna il senso narrativo del film, connotando le due parti con una trasformazione cromatica che passa da un’esplosione di colori al bianco e nero. Ottime le interpretazioni di Audrey Tautou, che sembra una candida Biancaneve, e Omar Sy (cuoco e confidente di Colin, Quasi amici), l’unico che sembra avere la forza di sopravvivere al tragico epilogo.
Voto: 6 e ½
Marta Fresolone