GIURIA
Darren Aronofsky – PRESIDENTE
Eija-Liisa Ahtila
David Byrne
Todd Haynes
Mario Martone
Alba Rohrwacher
André Téchiné

 Cosa succede ai film una volta finito un festival?

La speranza sarebbe quella di poterli trovare entro breve nelle sale della propria città. Il compito di un festival dovrebbe essere proprio quello di scoprire il bello e l’interessante ovunque essi siano, costruendo una grande vetrina per diffonderli e renderli visibili. Se, però, la vetrina, per quanto scintillante, viene vista solo da addetti ai lavori e rappresentanti del mondo del cinema, il cerchio si chiude prima ancora di essersi del tutto aperto.
Per restare all’ultimo concorso veneziano, la percentuale dei film usciti entro i primi sette mesi dalla conclusione della manifestazione è circa del 50%. Neanche malaccio rispetto a passate edizioni e risultato comunque importante per sottolineare lo sforzo dei distributori che hanno creduto nell’effetto leva del festival per promuovere opere non sempre facili. In generale è difficile che, limitandosi ai film in concorso, i titoli in programma facciano grandi numeri. Non sono stati creati per quello, ma per rispondere a un’urgenza comunicativa. Il che non è detto che vada di pari passo con l’interesse del pubblico.
Ma entriamo nel dettaglio, analizzando titolo per titolo e costruendo una sorta di classifica dei più visti. Ovviamente non esiste alcuna proporzionalità tra incassi e qualità, ma il dato numerico serve per testare la diffusione, la risposta del pubblico, in parte anche il gradimento dei film che partendo dal festival (si trattava di prime mondiali) sono giunti fino a noi.
#IMG#1 LE IDI DI MARZO di George Clooney – incasso € 3.949.000
Film di apertura della mostra, cast sontuoso, regia prestigiosa, genere evergreen, odore di Oscar, distribuzione a Natale. Un buon risultato, il migliore nel mondo dopo i 41 milioni di dollari ottenuti in patria, ma considerando la portata dei singoli elementi, il successo poteva essere maggiore.
2 CARNAGE di Roman Polanski – incasso € 3.561.000
Escluso dai premi si diceva che sarebbe stato premiato dal pubblico. Così è stato, grazie anche a un’uscita tempestiva a ridosso del festival, ma solo in Italia e in Germania. Dati globali piuttosto fiacchi, in particolare negli Stati Uniti dove ha incassato appena 2 milioni e mezzo di dollari.
3 LA TALPA di Tomas Alfredson – incasso € 2.735.000
Piaciuto a molti, anche a chi non ha capito molto dell’intreccio, si è ben piazzato un po’ ovunque, forte anche del richiamo del romanzo di origine di John Le Carré, in particolare negli Stati Uniti (24 milioni di dollari) e in Gran Bretagna (22 milioni e 500 mila dollari).
4 A DANGEROUS METHOD di David Cronenberg – incasso € 2.381.000
Ha deluso molti e non è decollato in nessun paese. In Italia, Francia e Spagna si è difeso meglio che altrove. Negli Stati Uniti, anche a causa dell’esclusione dagli Oscar, è rimasto al palo (5 milioni e 700 mila dollari).
5 TERRAFERMA di Emanuele Crialese – incasso € 1.692.000
Dopo la consacrazione a Venezia (ha vinto il Premio Speciale della Giuria) ci si aspettava un po’ di più dal bel film di Crialese. Invece, nonostante un risultato più che dignitoso, un poster splendido, una lunga tenitura e anche un approccio che vede nella semplicità la sua forza, non c’è stata l’estensione al pubblico dei grandi numeri. L’esclusione dalla cinquina degli Oscar non ha consentito ulteriori rilanci.
6 SHAME di Steve McQueen – incasso € 1.118.000
Film dalle forti potenzialità, in Italia, grazie anche alla Coppa Volpi a Michael Fassbender, si è difeso bene, ma non è diventato fenomeno di massa e un po’ dappertutto è rimasto nell’interesse di un pubblico di nicchia (incasso worldwide 17 milioni 700 mila dollari).
7 QUANDO LA NOTTE di Cristina Comencini – incasso € 515.000
Non ha certo goduto della vetrina veneziana, a causa di un pubblico di addetti ai lavori predisposto allo sfottò e con il fucile spianato, ed è passato abbastanza inosservato alla prova del pubblico.
8 FAUST di Aleksandr Sokurov – incasso € 339.000
Il vincitore del Leone d’Oro deve la sua distribuzione unicamente al riconoscimento ottenuto. Difficilmente, infatti, avrebbe ugualmente trovato la strada della sala. Nonostante l’esiguo numero di schermi, il pubblico è accorso numeroso premiando la difficile opera di Sokurov con un’ottima media per sala. Leggendo e ascoltando i commenti, però, sembrano numerosi (un po’ come a Venezia) anche gli abbandoni a proiezione in corso.
9 A SIMPLE LIFE di Ann Hui – incasso € 226.404
Il premio alla bravissima Deanie Yep ha sicuramente favorito la distribuzione del film. In Italia debutto al 18° posto in 20 sale e alla seconda settimana calo appena del 2% a dimostrazione dell’ottima tenuta grazie, probabilmente, a un buon passaparola.
10 POLLO ALLE PRUGNE di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud – incasso € 219.713
Non decolla la favola della Satrapi. Forse ha inciso la distanza dalla presentazione a Venezia (è uscito ad aprile 2012), ma anche una certa ritrosia della critica.
11 L’ULTIMO TERRESTRE di Gipi – incasso € 115.878
Doveva essere la scommessa di Venezia 68 ma il debutto nelle 43 sale in cui è distribuito lo colloca solo al 14° posto con una media per sala bassina (820 euro). Dopo tre settimane resta solo in 8 sale e scende al 27° posto. Il resto è oblio.
Ecco, invece, l’elenco dei film in Concorso a Venezia 68 e non (ancora) usciti:
4:44 LAST DAY ON EARTH di Abel Ferrara
ALPIS di Yorgos Lanthimos
DARK HORSE di Todd Solondz
HAHITHALFUT (THE EXCHANGE) di Eran Kolirin
HIMIZU di Sion Sono
KILLER JOE di William Friedkin
LIFE WITHOUT PRINCIPLE di Johnnie To
PEOPLE MOUNTAIN PEOPLE SEA di Cai Shangjun
SAIDEKE BALAI (WARRIORS OF THE RAINBOW: SEEDIQ BALE) di Wei Te-sheng
TEXAS KILLING FIELDS di Ami Canaan Mann
UN ETÉ BRULANT di Philippe Garrel
WUTHERING HEIGHTS di Andrea Arnold
Tra i film a fine aprile ancora non distribuiti stupisce l’assenza del vincitore morale del festival, KILLER JOE di William Friedkin, nonostante si vociferi di una possibile uscita tramite Teodora Film nel mese di maggio 2012. E dire che ha tutte le carte in regola per diventare un cult. TEXAS KILLING FIELDS è previsto per giugno 2012 e UN ETÉ BRULANT è stato annunciato in dicembre 2011 ma è poi scomparso dalla scena prima di vedere le luci della sala. Poche le speranze per gli altri, anche le opere degli autori più paludati (Ferrara, Solondz, To) in quanto difficilmente vendibili, anche a un pubblico d’essai. Un tentativo poteva essere fatto con WUTHERING HEIGHTS, personale rivisitazione di “Cime tempestose” di Emily Brontë.
Non è mai troppo tardi, comunque. Non è la prima volta, infatti, che opere presentate ai festival vengono poi distribuite con anni di ritardo. Esemplare il caso del folgorante LA CANZONE PIU’ TRISTE DEL MONDO di Guy Maddin che è del 2003 ma è uscito, in una sola sala tra l’altro e a metà luglio, solo nel 2008.

Luca Baroncini