Scheda film
Titolo originale: Motherless Brooklyn
Regia e Sceneggiatura: Edward Norton
Soggetto: basato sul romanzo di Jonathan Lethem
Fotografia: Dick Pope
Montaggio: Joe Klotz
Scenografie: Beth Mickle
Costumi: Amy Roth
Musiche: Daniel Pemberton
Suono: Danny Michael
USA, 2019 – Thriller – Durata: 144′
Cast: Edward Norton, Gugu Mbatha-Raw, Alec Baldwin, Bobby Cannavale, Willem Dafoe, Bruce Willis, Ethan Suplee
Uscita: 7 novembre 2019
Distribuzione: Warner Bros

La Sindrome del regista

Lionel Essrog (Edward Norton) è un detective privato che lavora alle dipendenze di Frank Minna (Bruce Willis) nella New York degli anni cinquanta. L’uomo, affetto dalla Sindrome di Tourette, dovrà affrontare una serie di misteri fitti ed impenetrabili legati alla improvvisa morte dello stesso Frank, avvenuta sotto i suoi occhi per mano criminale…

Ispirandosi al romanzo di Jonathan Lethem, Edward Norton torna alla regia a quasi vent’anni di distanza dalla sua opera prima Keeping the faith (Tentazioni d’amore). Qui siamo più dalle parti del poliziesco e del thriller, con echi del Chinatown di Polanski e con misteri e colpi di scena che si dipanano via via nel corso di quasi due ore e mezza, a tratti un po’ eccessive.

Un film maestoso che fatica però a prendere quota, anche a causa di un protagonista ingombrante e molto difficile da gestire sulla scena, malgrado (o forse proprio perché) regista ed attore siano la stessa persona. Tanto più che i giochi di parole che la sindrome da cui è affetto gli fanno proferire sono destinati a crollare sotto la mole del doppiaggio italiano. Poi col procedere della narrazione il suo “peso” si snellisce, anche per esigenze di racconto, e la pellicola inizia a farsi godibile e a coinvolgerci all’interno dei suoi sfaccettati misteri. Molte però sono le ingenuità in cui Norton incappa, pur non essendo in nessun senso un debuttante, in particolare quella di insistere troppo fin dall’inizio su un oggetto rivelatore, telefonando così l’effetto sorpresa ad esso legato.

Uno degli elementi più interessanti è il parallelsimo tra la non facile complessità di una mente come quella di Lionel Essrog e quella di una trama pluristratificata, che appunto potrà essere decodificata e compresa solo da lui.

Molto della discreta resa finale di un film affetto da non pochi difetti va alla fine ai suoi interpreti di razza: oltre allo stesso Norton, il cast è composto dalla bravissima Gugu Mbatha-Raw, un perfido Alec Baldwin, un infido Bobby Cannavale, un solido Bruce Willis (per quanto destinato a scomparire subito di scena), ed un ambiguo Willem Dafoe.

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti