Scheda film
Regia: Enrico Masi e Stefano Migliore
Soggetto e Sceneggiatura: Stefano Migliore, Enrico Masi e Stefano Croci
Fotografia: Giuliana Fantoni
Montaggio: Enrico Masi, Massimiliano Bartolini e Laura Luppi
Musiche: Zende Music
Suono: Stefano Migliore e Jacopo Bonora
Italia, 2014 – Documentario – Durata: 51′
Uscita nel paese d’origine: —
Tra passato e futuro
C’è un muro basso che attraversa la società italiana. Ambientato lungo un’Italia difficile da commentare, un’Italia che è stata rappresentata mille volte, in chiave catastrofica o idillica, comunque perturbante. In questo documentario l’attenzione devia scegliendo di seguire giovani attivisti, che incontrano la vita in luoghi normali che diventano straordinari: beni immobili confiscati alle mafie e restituiti alla pubblica utilità. Luoghi dove ogni gesto quotidiano diventa una piccola rivoluzione.
La sensazione costante, che si avverte durante tutto il documentario, è certamente quella di una sospensione tra dramma e speranza. Il dramma è quello consegnatoci dal passato, un passato composto da gesta efferate di associazioni criminali che ancora oggi dilaniano il territorio, mentre la speranza è quella che stiamo aspettando dal futuro, un futuro dove le mafie finalmente non esisteranno più e dove quindi finalmente questo paese riuscirà a scrollarsi di dosso questo violento, ingombrante, ingiusto e triste fardello che si porta dietro ormai da più di un secolo e che è una della cause principali del suo “rimanere sempre un passo indietro” rispetto ad altri paesi europei.
In mezzo a questi due angoli temporali troviamo poi il presente, un presente precario e instabile che cerca di avvicinarsi il più possibile ad un futuro migliore e più civilizzato e di allontanarsi da un passato che cerca sempre più di farci affondare nel fango dell’arretratezza e dell’inciviltà. Sebbene quindi il messaggio del film sia proprio raffigurare questa sospensione tra passato e futuro, il tempo qui documentato è proprio il presente, dove dei ragazzi in gamba e coraggiosi provano a dare il loro contributo concreto, fisico, manuale, per staccare la spina a questo bagaglio di crimini e misfatti che le mafie ci hanno sempre consegnato. Per fare tutto questo però non è necessario ricostruire, basta riutilizzare, riutilizzare quei beni che un tempo furono dei capo clan mafiosi e renderli dei luoghi aperti a tutta la comunità, che abbiano un’utilità concreta, improntata a slanciarsi verso il sole di un avvenire più radioso.
E’ questo quello di cui parla Muro Basso e lo fa adottando una modalità narrativa tipica ed esclusiva del documentario, ossia l’intervista. Solo grazie infatti alle testimonianze dei diretti interessati riusciamo ad avere un quadro completo di come queste situazioni spesso siano bersagliate da ostacoli che possono scoraggiare e non poco, ma rimboccandosi le maniche prima o poi riusciremo a raggiungere quel futuro che tanto desideriamo, quella speranza di cui tanto abbiamo bisogno.
RARISSIMO perché… certe cose è sempre meglio ignorarle.
Note: presentato a vari festival e rassegne, il film non è MAI uscito in Italia.
Voto: 8
Mario Blaconà
#IMG#Al di là del muro
Tre terreni confiscati alla criminalità organizzata. Tre storie diverse ma al tempo stesso eguali. Tre gruppi di persone che cercano quotidianamente di emozionarsi guardando oltre la tortuosità della vita, oltre l’impervietà dei luoghi nei quali vivono.
Un documentario scritto, girato e interpretato con il chiaro e preciso scopo di educare a resistere, partendo dall’ideale del sindacalista Pio La Torre, deceduto oltre trent’anni or sono il quale desiderava procedere alla confisca dei beni di proprietà della criminalità. Il film, anzi il documentario, narra la storia di luoghi di confine, ma non per forza posti al sud della penisola, si cita anche ‘l’operoso Piemonte’ e ‘l’opulenta Emilia’, e il quadro che alla fine se ne ricava è quello di manipoli di persone sempre pronte all’impegno sociale, a concedersi senza voler nulla in cambio, capaci di narrare la loro personale visione del problema e della soluzione in merito alla criminalità. Una pellicola quindi da vedere per informare e per resistere
Voto: 7
Ciro Andreotti