Un inizio caotico e un finale da fiction televisiva. In mezzo il tentativo di rinvigorire il genere “assediati e alleati contro un nemico comune” facendo convergere in un unico luogo, un magazzino di hardware, tre gruppi con scopi diversi: ci sono i ladri che vogliono rubare i computer, poi un corpo speciale di polizia che sta trasportando un sadico criminale albanese e infine i killer albanesi che vogliono liberare il loro capo. Non particolarmente originale il soggetto (pensiamo a Carpenter con “Distretto 13 – le brigate della morte” o, prima ancora, al cult di Romero “La notte dei morti viventi”) il film del francese Florent Emilio Siri smorza i pochi spunti offerti dal copione riducendo il plot ad una serrata lotta senza quartiere contro un nemico invisibile. Si fatica un po’ a capire cosa sta succedendo e chi sono i vari personaggi poi, quando le premesse per l’azione diventano piu’ chiare, inizia una carneficina piu’ attenta ai botti e alle esplosioni che alla geometria di un luogo chiuso e isolato, in cui i dissidi e le diverse motivazioni potrebbero finalmente esplodere.
Qualche momento di tensione c’e’ e si percepisce il tentativo di rendere i personaggi persone e non anonimi burattini di un gioco al massacro, ma i dialoghi sono di imbarazzante banalita’, la recitazione e’ perlopiu’ poco convinta e le scelte narrative finiscono per essere prevedibili. Il cattivone di turno viene presentato bene, tenendolo nell’ombra e amplificando le sue terribili potenzialita’, ma si riduce a una macchietta poco carismatica con un unica battuta (“Morirete tutti!”) di scarso effetto. Il cinema francese continua a scimmiottare quello americano, in modo meno smaccatamente hollywoodiano (ad esempio rispetto al becero “Il patto dei lupi”) ma non trovando una strada personale in grado di affrancarsi dai luoghi comuni del genere.

Luca Baroncini