Scheda film
Regia: Riccardo Jacopino
Sceneggiatura: Riccardo Jacopino, con la collaborazione di Giovanni Iozzi
Fotografia: David Becheri
Montaggio: Riccardo Jacopino e Stefano Cecchi
Musiche: Marzio Benelli
Suono: Manuela Patti
Italia, 2013 – Documentario – Durata: 70′
Uscita: 22-23 ottobre 2013
Distribuzione: Microcinema
Da Darkwood al dorato mondo della celluloide
Un documentario che ripercorre gli oltre 50 anni di Zagor, personaggio avventuroso e sui generis, che ha attraversato varie generazioni di lettori colpendo l’immaginario collettivo grazie all’abilità dei propri autori.
Non è una serie o un personaggio del vecchio west, le sue avventure sono ambientate ad inizio del XIX secolo. Non è un super eroe, ma è dotato di un’uniforme che lo contraddistingue esattamente come i Batman e Spiderman di oltre oceano. Si aggira in un’immaginaria foresta armato di una scure tomahawk e viene affiancato da una spalla sovrappeso e fuori forma, una sorta di ‘Robin dei poveri’. Date queste premesse molti avranno capito di chi stiamo parlando ovvero di Patrcik Wilding, alias Zagor, o lo “Spirito con la scure” come a ricordare che ad un oceano di distanza c’era anche ‘un’ombra che cammina(va)’ e che viveva in una giungla molto simile alla Darkwood del nostro eroe. A crearlo ci pensarono nel lontano 1961 il disegnatore Gallieno Ferri assieme a Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, che assieme seppero dare forma al più atipico dei personaggi della casa editrice milanese, ovvero un crossover vivente di ogni genere possibile, come detto: un po’ avventura, un minimo di selvaggio West, ma non troppo, altrimenti Tex si sarebbe offeso, una spruzzata di super-eroismo, quanto basta di avventure fantascientifiche e molta voglia di essere controcorrente, sempre più spesso contro il potere precostituito anche se per quello ci sarebbe stato anche Il Mister NO sempre di Nolitta – Bonelli. Attraverso le testimonianze di chi ha incontrato Zagor lungo il proprio percorso umano, lavorativo o di semplice lettore, si srotolano settanta minuti che rappresentano una piacevole immersione nell’infanzia fumettistica, o nel presente ‘adultolescenziale’ di quasi ognuno di noi, riuscendo alla fine a celebrare uno fra i più longevi personaggi della letteratura a fumetti di casa nostra, attraverso la narrazione divisa a metà fra le testimonianze degli ideatori e degli addetti ai lavori ma anche di coloro che hanno visto nello “Spirito con la scure” un amico da incontrare mensilmente in edicola.
Voto: 8
Ciro Andreotti
#IMG#Lo spirito del fumetto
Se non sapete chi sia Zagor, anche se lo stuolo di lettori non ve lo perdonerà, non è poi così grave. Come, se ignorate l’identità del suo creatore Guido Nolitta, nessuno ve ne farà una colpa. Ma se pure il nome di Sergio Bonelli non vi dirà niente, allora non avete scusanti, poiché significa che non siete mai entrati in un’edicola!
Sergio Bonelli, uno dei padri del fumetto nazionale, tornato dal 26 settembre 2011 a cavalcare nelle verdi praterie del cielo, con lo pseudonimo di Guido Nolitta creò nel 1961 il personaggio di Zagor, affidandolo alle matite di Gallieno Ferri. ZA-GOR-TE-NAY, ossia lo “spirito con la scure”, uno dei primi fumetti italiani con un protagonista dagli aspetti problematici e pieno di sfumature, da allora raccoglie sempre nuovi appassionati che non perdono nemmeno una delle sue avventure.
Avevamo sinceramente tremato di fronte alla notizia di un film su Zagor, avendo ben presente quanto (male) riuscì a fare Duccio Tessari quasi trent’anni prima nei confronti di Tex, vera e propria icona di quella che alla fondazione si chiamò Audace, poi Araldo, quindi Daim Press, CEPIM, ancora Altamira, L’isola Trovata, sino all’attuale Sergio Bonelli Editore.
Per fortuna quello di Riccardo Jacopino è “solo” un documentario, diviso come i migliori romanzi in alcuni capitoli, che saggiamente vuole raccontare un fenomeno editoriale lungo oltre cinquant’anni, sopravvissuto – com’è giusto che sia – anche ad almeno uno dei suoi creatori. E, quando occorre, porta sullo schermo le strisce alla maniera della celebre trasmissione Gulp!, ossia conferendo loro ulteriore vita riprendendole tra zoomate e movimenti di macchina.
Noi, Zagor già dal titolo si identifica con i suoi fan, che a loro volta si sono identificati col loro eroe, e cerca di raccontarne ed analizzarne il successo, non solo italiano. A partire dallo stesso Ferri, passando per l’attuale curatore Moreno Burattini che ha raccolto da tempo l’eredità di Bonelli/Nolitta, mette insieme diverse testimonianze su quello che va ben al di là un semplice successo editoriale. A parlare sono inoltre il filosofo Giulio Giorello, un vero appassionato, il musicista Graziano Romani che ha dedicato al personaggio prima un brano (“Darkwood”) e poi un intero concept-album (“Zagor King of Darkwood”), critici come Luca Boschi, sceneggiatori dello “Spirito con la scure” quali Mauro Boselli o suoi disegnatori come Gianni Sedioli. Non mancano la segretaria di edizione Ornella Castellani, il direttore della Sergio Bonelli Editore Mauro Marcheselli ed infine l’erede al trono Davide Bonelli, succeduto al padre recentemente scomparso, cui i fan affidano con tenerezza le loro speranze nell’evidente e sacrosanto imbarazzo del giovane.
Tra le cene degli appassionati e gli incontri quasi carbonari insieme ai disponibili esponenti della redazione, compare qualche chicca, come alcune sporadiche immagini dell’autore/ideatore Bonelli o quelle dei film turchi “apocrifi” in bianco e nero realizzati negli anni settanta in Turchia su Zagor.
Vero punto di forza di un’operazione nostalgia più che riuscita è proprio il suo regista, quel Riccardo Jacopino che nel 2010 aveva diretto quel piccolo grande film 40% – Le mani libere del destino, che pochi hanno visto ma che noi avevamo tanto amato e che era stato anch’esso prodotto dall’Arcobaleno Produzioni, “braccio armato” della cooperativa con lo stesso nome che tanto lo aveva voluto. Tra pudore, rispetto ed un gran cuore, il cineasta riesce sempre ad essere puntuale e preciso, senza dimenticare pure la spalla Cico ed evitando ampiamente il “santino”.
Unico e curioso neo: in chiusura scorre una rassegna di copertine di Zagor apparentemente senza soluzione di continuità che per almeno dieci minuti tiene incollato alla poltrona il povero spettatore che, tra imbarazzo ed incredulità, non riesce a capire se il film sia finito o meno.
Voto: 7
Paolo Dallimonti
CLIP – Z DI ZAGOR
CLIP – DA TEX A ZAGOR: COME NASCE IL RE DI DARKWOOD
CLIP – SERGIO BONELLI E ZAGOR
TRAILER