Scheda film
Regia: Massimo Cappelli
Soggetto e Sceneggiatura: Massimo Cappelli e Fabio Troiano
Fotografia: Marcello Montarsi
Montaggio: Luciana Pandolfelli
Scenografie: Luisa Iemma
Costumi: Laura Costantini
Musiche: Jonis Bascir
Italia, 2015 – Commedia – Durata: 95′
Cast: Fabio Troiano, Dino Abbrescia, Tosca D’aquino, Belen Rodriguez, Samuel Troiano, Cristina Serafini, Giuseppe Antignati
Uscita: 5 febbraio 2015
Distribuzione: M2 Pictures

Vizietto di famiglia
Moreno (Fabio Troiano) e Alfonso (Dino Abbrescia) sono un’affiatata e consolidata coppia gay ormai da anni. Il primo architetto e arredatore, il secondo casalingo tuttofare, conducono un’esistenza costellata di feste alla faccia della rancorosa vicina sig.ra Capasso (Tosca D’aquino). Il loro rapporto riceve una prima incrinatura quando la sorella di Alfonso, in partenza per lavoro alla volta di Shangai, affida loro per qualche mese il proprio figlioletto Niccolò (Samuel Troiano). Ma lo scossone definitivo arriva quando Moreno per lavoro conosce la bella ed ignara Laura Sanchez (Belen Rodriguez) e tra i due nasce una storia d’amore. Quando il partner scopre in malo modo la relazione tra i due, cercherà in tutti i modi di riconquistare il compagno…
Soprattutto in questi ultimi anni, le coppie gay che si sono viste sui nostri schermi in salsa di commedia non si contano più. Mutamento dei costumi? Moda? Tendenza al botteghino? Fatto sta che questo Non c’è due senza te è solo l’ennesimo, non il primo, né l’ultimo film su una simile tematica ad arrivare in sala nell’ultimo lustro dopo Diverso da chi? (2009) di Umberto Carteni, Come non detto di Ivan Silvestrin, Good as you (2012) di Mariano Lamberti e Outing – Fidanzati per sbaglio (2013) di Matteo Vicino.
Che cosa ha di particolare il film firmato da Massimo Cappelli e co-sceneggiato insieme a Fabio Trioani? Niente, se non la simpatia dei due protagonisti, bravi e credibili mattatori inarrestabili benché sopra le righe per l’intera durata della pellicola e la bellezza devastante quanto innocua di Belen Rodriguez che nulla toglie e nulla aggiunge alla riuscita finale. Un po’ di gusto anche retro che rimanda alla commedia italiana degli anni settanta/ottanta nella bella scena delle visioni di Moreno che vede Laura per strada nei corpi di suore, vigilesse, operatrici ecologiche e bariste si scontra però con una scrittura troppo superficiale e spesso tirata via che pare poggiarsi troppo sugli attori: ad esempio, che ne è di Laura che nel finale scompare, liquidata troppo in fretta?
Certo, il prefinale col nipote che sulle note di “Never can say goodbye” fa un finto outing provocandone indirettamente due veri è quasi da antologia, ma anche questa felice intuizione si perde in una pellicola che, pur strappando qualche risata, resta alquanto anonima.

Voto: 6

Paolo Dallimonti