Scheda film
Regia: Francesco Prisco
Soggetto e sceneggiatura: Annamaria Morelli, Francesco Prisco, Gualtiero Rosella
Fotografia: Francesco Di Giacomo
Montaggio: Lorenzo Peluso
Scenografia: Carmine Guarino
Costumi: Loredana Buscemi
Musiche: Valerio Caporini Faggioni
Italia, 2014 – Noir – 90’
Cast: Giorgio Casotti, Nina Torresi, Gianfelice Imparato, Esther Elisha, Antonio Milo
Uscita: 3 aprile 2014
Distribuzione: Videa-CDE
Sale: 19
L’inseguimento
Che piaccia oppure no, al di là dei pregi e dei difetti che l’analisi critica che ci apprestiamo a fare riscontrerà, a Nottetempo va riconosciuto quantomeno il merito di aver dimostrato, alla pari del regista che lo ha realizzato, non poco coraggio. Da una parte quello di aver portato sullo schermo un film di genere, preferendo il noir alla più facile e meno impervia strada della commedia nazional-popolare, dall’altra quello di aver fatto del suddetto genere il “contenitore” nel quale andare a iscrivere un progetto delicato e importante come può essere un’opera prima. Dietro questo atto di coraggio troviamo tanto i produttori coinvolti quanto Francesco Prisco, che del film è co-autore della sceneggiatura oltre che regista.
Nella consistente base noir si innestano implicazioni psicologiche che materializzano folate da giallo vecchio stampo, per poi lasciare spazio a una parentesi da road movie che a sua volta restituisce sullo schermo un cervellotico inseguimento a tre tra personaggi legati da un filo invisibile di dipendenza. Personaggi, questi, che cercano disperatamente qualcosa che non potranno mai avere e che ha il sapore dell’amore e della vendetta. Come in Crash, Babel o Il capitale umano, un incidente avvicina e interseca destini apparentemente lontani, ma come vedremo uniti proprio da quel qualcosa che stanno inseguendo disperatamente. Si tratta di un incidente stradale che rimette in gioco le vite di un poliziotto, di una ragazza e di un cabarettista, costretti a una corsa contro il tempo da Sud al Nord per raggiungere il luogo prescelto dal fato per la resa dei conti finale. Il tutto consumato in un arco ciclico che inizia e si conclude nel buio impenetrabile della notte.
Nelle sale a partire dal 3 aprile con le circa venti copie messe a disposizione dalla Videa, l’esordio nel lungometraggio del cineasta campano, dopo una fortunata e pluri-premiata esperienza nel cinema breve, lascia l’amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere e non è stato. La scrittura altalenante e la fragile architettura drammaturgica sulle quali galleggia lo script – e di conseguenza la storia e i personaggi che la animano – non consentono all’opera nella sua interezza di andare oltre una risicata sufficienza. La cosa che salta all’occhio è l’arrancante progressione del racconto, segnato da una lunga prima fase di stallo che fiacca lo spettatore causandone frequenti perdite d’attenzione, a scapito di un secondo atto decisamente più sicuro anche se non privo di sbavature e di brusche decelerazioni. Al suo interno si muovono come schegge impazzite tre attori piuttosto versatili (Pasotti, Torresi e Imparato), ma che danno corpo e voce a figure incomplete e appena abbozzate, a differenza di alcuni personaggi secondari che funzionano decisamente meglio (Milo e Elisha rispettivamente nei ruoli Damiano e Lidia).
Dal punto di vista tecnico, Prisco dietro la macchina da presa fa il suo, mentre la fotografia glaciale e le atmosfere cromaticamente angoscianti disegnate da Francesco Di Giacomo offrono alla platea di turno segnali concreti di buon cinema.
Voto: 6
Francesco Del Grosso