Recensione n.1
Piu’ che il remake di “Colpo grosso” di Lewis Milestone, sembra un’avventura di Zio Paperone contro la Banda Bassotti. Non si crede infatti nemmeno per un attimo al dettagliato e geniale piano delle undici canaglie, reclutate dal solito impeccabile e sornione George Clooney, per svaligiare un ricco caveau di Las Vegas. Ma se la
commedia, perche’ di commedia si tratta, funziona, il merito e’ anche della non credibilita’ della vicenda. All’inizio questo aspetto disorienta e irrita un po’, dando l’idea di pressappochismo, poi, pero’, si fa strada l’idea che l’intento sia di regalare una pausa cinematografica che faccia amoralmente sognare. In questo senso la sceneggiatura gioca un po’ sporco, ma lo fa con una certa classe. Non si tratta di una normale rapina in banca, ma della rapina a un irraggiungibile caveau di Las Vegas. Il bottino non e’ di qualche miliardo, ma di ben centosessanta milioni di dollari. Non si tratta di ladruncoli qualunque, ma di specialisti del settore in grado di prevedere qualsiasi mossa. Il cattivo ovviamente e’ un super cattivo, avido e senza cuore, e si prova un sottile piacere nel vederlo in difficolta’. Insomma, la ricetta del successo e’ l’esagerazione. Non per niente l’ambientazione e’ proprio Las Vegas, il cuore del kitsch estremo. E non a caso il cast e’ “all star”, con una quantita’ di divi impensabile (che hanno l’aria di divertirsi molto) equamente distribuita in una sola pellicola.
Cosi’, tra scenografie lussuose, abiti eleganti mai sgualciti, un soundtrack tutto jazz che conferisce un ritmo brillante alle sequenze, e botta e risposta assai improbabili ma efficaci, la prevedibile vicenda scivola con leggerezza, regalando poche emozioni (la prima parte, anzi, e’ un po’ noiosetta) ma una buona dose di simpatia.
Anche Steven Soderbergh, dopo gli impegnati “Erin Brockovich” e “Traffic”, sembra essersi voluto prendere una vacanza. In realta’, pero’, il suo disimpegno e’ solo apparente. Oltre a dirigere con un certo brio una storia fuori dai suoi canoni, ne cura anche la fotografia, sotto l’anonimo pseudonimo Peter Andrews. Resta un dubbio: se al posto del fascino dei divi in libera uscita ci fossero stati degli sconosciuti in un’anonima provincia, il risultato sarebbe stato lo stesso? Ai posteri l’ardua sentenza! Intanto godiamoci una commedia senza sorprese, ma scritta, interpretata e diretta con professionalita’.
Luca Baroncini
Recensione n.2
Daniel Ocean esce di prigione e riunisce una squadra di talenti del crimine, per mettere a segno il più complicato colpo della storia: derubare il multimiliardario Benedict, svaligiandone il super blindato caveau del Casinò, nel cuore di Las Vegas.
Pochi tratti essenziali, bastano a Sodebergh per consegnarci un ennesimo successo.
Il ritmo è incalzante già dalle prime sequenze, e la sceneggiatura si arricchisce via via di personaggi singolari; ognuno ben delineato e distinto dal gruppo. Attori più o meno famosi, incarnano il team del sempre più fascinoso Clooney, mantenendo sempre un’aria scanzonata e mai pretenziosa. Ritratti umani, divertenti e credibili, in tutte le loro debolezze.
Il colpo di scena nel colpo di scena, non è mai assurdo, nè inverosimile, ma sorprendentemente plausibile; un omaggio all’estro e al genio umani.
Niente di immorale in fondo, parteggiare per i ladri, quando la sfida è comunque fra criminali, più o meno simpatici.
Dopo la collaborazione in “Out of sight”, Clooney torna a lavorare con Sodebergh, così come fa la Roberts, dopo il successo di “Erin Bronckovich”. Entrambi non deludono, e bucano lo schermo senza farsi ombra.
Idem per Andy Garcia, nell’inedito ruolo di supercattivo.
Un cast di superbelli (Brad Pitt quarantenne, non perde un’oncia di fascino) gestito con tanto mestiere, da non risultare solo una gioia per gli occhi.
Fantastico Elliot Gould, nel ruolo del pacchiano boss Ruben.
In una stagione così ricca di action movies, “Ocean’s eleven” surclassa le altre produzioni, a partire da “The score”, noioso e deludente.
L’uso del digitale, rende ancora più credibili le immagini della rapina, quasi un documentario!
Maggie
Recensione n.3
***
spoiler alert: level 1
Il solito film incentrato sul solito grande colpo con i soliti furfanti simpaticoni con la solita prima parte del solito reclutamento della banda e la solita seconda parte con i soliti colpi di scena ed i soliti contrattempi? Esatto, al solito. Però almeno tre stellette questo film se le guadagna alla grande (e forse sono stato un po’ avaro…) perché, ragazzi, qui la classe non è acqua: per non sbagliare il sempre più abile regista (e sempre meno “indipendente” come agli inizi della carriera -ma questo non necessariamente è un male, anche perché si possono realizzare i film che si desiderano solo in due casi: quando non si hanno tanti soldi o quando se ne hanno a palate…-) Steven Soderbergh chiama alla sua corte la crema degli attori che “tirano”, cioè coloro che da soli riescono a portare pubblico nelle sale, li paga poco e li fa divertire divertendo. Ok, la sceneggiatura non è esattamente così brillante come ci si poteva aspettare, però il prezzo del biglietto (magari ridotto) questo film lo vale eccome. Una pellicola che intriga lo spettatore maschile per la trama e quello femminile (anche) per i figaccioni che la interpretano. Certo, non tutto è di prima mano, ma con la pochezza dell’offerta del Natale di quest’anno…
DA TENERE: Il fascino decisamente retrò di questo film, che in un sol boccone si pappa l’altro film sul solito grande colpo visto lo scorso autunno, cioè quel miserello “The score” interpretato da De Niro, Norton e Brando.
DA BUTTARE: Tutto quello che avete letto fino ad ora su questo film, e cioè che è un remake del vecchio “Colpo Grosso” con Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr. Tutte storie: il film era originariamente interpretato da Umberto Smaila e da Maurizia de las Noche. Ah ah ah ah ah… Vabbè, mi sa che sto perdendo di credibilità…
NOTA DI MERITO: Un grandioso quanto eccentrico Elliott Gould ed un insospettabile Carl Reiner (autore ed attore in attività negli anni ’50, nonché responsabile del successo di Steve Martin grazie alle regie di diversi film da questo interpretati e papà del più talentuoso regista, ma anche attore, Rob Reiner: “Misery”, “Stand by me”, “Harry ti presento Sally”, “Codice d’onore”, ecc. ecc. ecc.)
NOTA DI DEMERITO: Non concepisco le battutine idiote nelle recensioni.
SITO UFFICIALE: http://movies.warnerbros.com/awards/oceans.html
Ben, aspirante Supergiovane