Scheda film
Regia: Rocco Papaleo
Sceneggiatura: Rocco Papaleo, Valter Lupo, Federica Pontremoli
Fotografia: Maura Morales
Montaggio: Christian Lombardi
Scenografia: Sonia Peng
Costumi: Grazie Colombini
Musiche: Francesco Accardo e Rudy Pusateri
Italia, 2015 – Commedia – Durata: 102’
Cast: Rocco Papaleo, Alessandro Gassmann, Luz Cipriota, Massimiliano Gallo, Calogero Accardo, Silvia Perez, Arturo Valiante, Guerino Rondolone, Francesco Accardo, Jorge Noya, Miguel Terni, Gustaf, Virginia Fernandez, Leandro Nunez
Uscita: 18 febbraio 2016
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Realismo decadente di un Papaleo am-mareggiato in altro Sud
“Comici spaventati guerrieri”. RiEcce picari. Ragazzi interrotti (stavolta) su rotte oceaniche, inside out. Italia-Uruguay, one way, sea to sea…
Ruggero, cuoco colto sagace ispido. Gegè, cantante sopra le righe fallito al verde. L’uno non vuole scendere a terra e rimanda ferie fuga e felicità, mentre improvvisa ritmi tribali con i compagni senza nazione stipati in cambusa. L’altro deve scendere, a compromessi, sballottato da un ingaggio improvviso e posticcio dall’altra parte del globo, direzione boreale. Entrambi aggrappati all’immagine falsata e invecchiata di Sé, tra goffi cappotti alla marinara e acconciature fuori tempo massimo. Entrambi inconsciamente già salpati, tuttavia, dalla patria realtà, ormai cartolina illeggibile di rancori stanchi e di possibilità sommerse. Entrambi pronti a cuci(na)rsi altri abiti, per un palco diverso. Note gracchiate e swing pirati, gole s-cordate e obliate passioni. Cronaca di uno svelamento annunciato, delle americhe e di altri demoni, perché Io è con-fuso fusione distratta di titubanza nevrotica e terrori ancestrali. Perché Io è un noi mal assortito seppur solidale. Noi è arcipelago (per) sempre da esplorare nel magno mare, Onda su onda.
Dal 18 febbraio in sala, l’opera terza del musico-regista autor-attore Rocco Papaleo, trascinante intrattenitore dalla filosofia estatico-viaggiante, uno sguardo che è ponte di sospiro tra occidentalismi beceri e alimentari e fantasie di meticciati culturali testimoniati, amati, coccolati a brani e morsi, di opera in opera.
Storia di due nemici-amici affratellati per caso. Il cuoco estroso ma non estroverso e lo show man nella sua dead zone, che perde la voce e deve scambiare identità con il sodale più inadeguato. Il cuoco (Gassmann) è costretto a violentare la propria agorafobia per aiutare il cantante (Papaleo) ad incassare i soldi dell’ingaggio nella sgretolata immota Montevideo, megalopoli uruguayana post capital-ismi. Di mezzo la donna figlia amante, producer musicale affannata o attrice in erba o principessa di evanescente casata. Scabro e solitario, in galleggiamento statico seppur ramingo sulla nave merci, scorbutico quanto Franco il pescatore di Basilicata coast to coast e il suo ghigno “autoctono” travasato sulle aggrottate tempie del granitico autoironico compare, Gassmann duetta/rivaleggia divertito con le sue rigidità peterpaniche con un Papaleo dolcemente poeta papà nostalgico, scattante solo in alcuni momenti di viva ilarità naif.
Il cicaleccio dei media anche qui presente, come in Basilicata spossante dissacrato e inevitabile, accompagna e agglomera lo spirito rassegnato anche se ribelle di un Papaleo che frena in acque aperte, dopo un incipit dissetante e nonostante le pennellate materiche di delizioso umorismo testardamente “proprio”.
Alla ricerca di un Nuovo Mondo Basilicata su al Sud fiabesco intravisto nell’Uruguay terreno anni 2000, dove il Presidente Mujica predica povertà simil francescana marxista-leninista da ex militante dei Tupamaros guerriglieri per la libertà, Papaleo scrive il suo primo testamento “magico”, rituale affrettato e targato Grimaldi Lines di un picaro di strada mai distratto.
Voto: 5 e ½
Sarah Panatta