Ong-Bak e’ un budda sacro che viene venerato dagli abitanti di uno sperduto villaggio della thailandia. Dopo la profanazione della statua a cui e’ stata staccata la testa, un giovane discepolo che ha studiato l’arte del Muay Thay decide di andare a Bankok a recuperare il maltolto. Fine. Il resto e’ un susseguirsi di scene d’azione (talvolta inutili se non per allungare ulteriormente il brodo) di questo novello Jackie Chan con la faccia d’argilla. In effetti l’espressivita’ di questo personaggio potrebbe in qualche modo contendere a Charles Bronson il premio come “peggior espressione monofacciale” che si sia mai vista in un film d’azione. Non che ci fosse bisogno di chissa’ quale pathos, ma un minimo non avrebbe di certo guastato (i calci, ad esempio, li prende pure lui, ma sembra non accorgersene nemmeno!). Che dire? Se siete fanatici delle arti marziali, correte a vederlo, lui e’ molto bravo, salta, calcia, sgomita in maniera impressionante ed e’ veramente molto agile. La regia e’ sempre molto attenta in queste scene e alcune vengono pure riproposte un paio di volte da angolature diverse per apprezzare al meglio le gesta di questo atleta che non usa controfigure. La storia, ovviamente, e’ tutta un pretesto per mettere in scena queste acrobazie/combattimenti e il film non offre molto di piu’, a cui purtroppo bisogna anche aggiungere delle ingenuita’ narrative piuttosto disarmanti. Francamente, credo che un pizzico maggiore di ironia avrebbe reso il film un po’ piu’ piacevole da seguire, anche per chi magari non si esalta con le sole scene di lotta, messo cosi’ rimane solo uno come tanti. Voto: 6

The Wolf