Scheda film

Regia: Christian Vincent
Soggetto: liberamente ispirato alla vita di Danielle Mazet-Delpeuch
Sceneggiatura: Étienne Comar, Christian Vincent
Fotografia: Laurent Dailland
Montaggio: Monica Coleman
Scenografie: Patrick Durand
Costumi: Fabienne Katany
Musiche: Gabriel Yared
Suono: Cyril Moisson, Vincent Guillon, Stéphane Thiebaut
Francia, 2012 – Commedia – Durata: 95′
Cast: Catherine Frot, Jean D’ormesson, Hippolyte Girardot, Arthur Dupont, Jean-Marc Roulot, Arly Jover, Brice Fournier
Uscita: 7 marzo 2013
Distribuzione: Lucky Red

 Piatti chiari ed amicizia lunga

Hortense Laborie (Catherine Frot), cuoca in una base scientifica in Antartide, sta per lasciare il suo posto di lavoro. La conosciamo infatti l’ultimo giorno, poco prima della partenza da quel luogo freddo ed inospitale che sicuramente ha contribuito a riscaldare con i suoi manicaretti. Una giornalista australiana, lì per realizzare un servizio, crede di scorgere in lei il suo recente ed inimmaginabile passato. Hortense è infatti una provetta donna dedita ai fornelli nella sua piccola tenuta nella regione del Périgord, quasi un agriturismo, che per due anni ha avuto l’onore di diventare cuoca privata del Presidente della Repubblica Francese. Mentre ultima i preparativi per il ritorno in patria, tra saluti e qualche lacrima, sotto forma di flashback emerge il lungo periodo nella cucina presidenziale dell’Eliseo, unica donna in quel mondo maschile e maschilista che vide messo in pericolo il proprio, fin lì incontrastato potere…
Il film di Christian Vincent (Hotel a cinque stelle, La timida) racconta, romanzandola opportunamente, la vera storia di Danielle Mazet-Delpeuch, magistrale cuoca che ebbe l’onore di cucinare privatamente per il Presidente Mitterrand dal 1988 al 1990, addolcendo qualcosa, ma senza omettere nulla: l’Eliseo, l’anno in Antartide e pure l’ultima, nuova avventura di coltivare tartufi in Nuova Zelanda. Ispirata allo sceneggiatore Étienne Comar da un articolo comparso su “Le Monde” ad opera di Raphaëlle Bacqué, la pellicola ha preso corpo dai suoi incontri con la vera cuoca, più che dal suo libro di ricordi “Mes carnets de cuisine, du Périgord à l’Élysée”, che hanno arricchito scrittore ed attrice, l’ottima Chatherine Frot, di certo non solo artisticamente.
Così come i due periodi temporali che racconta ed attraverso i quali si sviluppa, La cuoca del presidente vive di un paio d’anime, in mezzo alle quali si annida il principale difetto del film, pur di pregevole fattura ed estremamente delizioso: quella pubblica e quella privata. Se la prima è trattata con discrezione eccessiva ma funzionale, quasi un indispensabile contenitore degli argomenti cui si vuole riservare maggiore interesse, quella privata è il suo pregevole contenuto, esposto ed esibito con cura ed attenzione. Ma proprio qui nasce la domanda: in un periodo di crisi economica mondiale, in cui, almeno da noi, il popolo sta perdendo fiducia nella classe politica, siamo sicuri che ci interessi veramente conoscere quelli che furono i raffinati gusti culinari del compianto presidente di uno dei maggiori stati europei? Le pantagrueliche preparazioni gastronomiche della Laborie/Delpuch, illustrate in tutti i loro gustosissimi particolari, la fanno da gigante ed aprono persino una via inconsueta ed impensata al mondo politico: riscoprire antichi e delicati sapori potrebbe equivalere a ritrovare il gusto ormai dimenticato per la politica, così come Hortense farà in Antartide, offrendo ai suoi commensali molto di più di quella che sarebbe potuta essere una banale mensa di operai, rincuorando i loro ruvidi spiriti.
La cuoca del presidente è ben lungi dall’essere un film politico, né vuole affatto esserlo, però, pur se vengono toccati temi nobili, come ad esempio la parità tra i sessi, e se immergersi metaforicamente negli elaborati piatti della Laborie/Delpuch può avere l’effetto di una doverosa quanto taumaturgica Madeleine, una volta sfumato l’incantevole gusto della visione, la domanda riaffiora spontanea: i tempi sono ancora adatti ad un elogio agiografico della politica veicolato da una ricercata gastronomia o i cittadini (e gli spettatori) del nuovo millennio hanno forse bisogno d’altro?

Voto: * * *

Paolo Dallimonti

Alcuni materiali del film:

CLIP 1

CLIP 2

CLIP 3
CLIP 4

SPOT 30’’
Trailer italiano