Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Brian De Palma
Soggetto: Alain Corneau, Natalie Carter
Fotografia: José Luis Alcaine
Montaggio: François Gédigier
Scenografie: Cornelia Ott
Costumi: Karen Muller Serreau
Musiche: Pino Donaggio
Suono: Marco Streccioni
Germania/Francia, 2012 – Drammatico/Mistery/Thriller – Durata: 100’
Cast: Noomi Rapace, Rachel McAdams, Karoline Herfurth, Paul Anderson
Uscita nel paese d’origine: 13/21 febbraio 2013
Delitti passionali
Isabelle sta lavorando alla campagna pubblicitaria di uno smartphone. Le sue notevoli capacità sono però vessate dall’autorità di Christine, l’affascinante capo dell’azienda che ne sfrutta il talento arrogandosi le sue idee, mentre, nel frattempo, la seduce nel privato e la umilia in pubblico. Isabelle comincia allora ad assumere degli antidepressivi, e un po’ per gioco un po’ per vendetta inizia a frequentare sessualmente l’amante di Christine. Scoperto il tradimento, quest’ultima dichiarerà guerra aperta alla sua dipendente, la quale soccomberà ben presto ai colpi bassi e alla depressione. Una notte, tuttavia, Christine verrà brutalmente assassinata nel suo appartamento, e Isabelle sarà la prima sospettata.
Presentato in anteprima alla 69esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Passion è scritto e diretto da Brian De Palma, controverso e poliedrico regista di Scarface, Gli intoccabili, Carlito’s Way, Mission: Impossible e, più di recente, Femme Fatale e The Black Dahlia. Remake del meno fortunato film francese del 2010 di Alain Corneau, Crime d’amour, con Kristin Scott Thomas e Ludivine Sagnier, la pellicola riadatta il soggetto originale aggiornandolo al 2012, ed è incredibile notare, in tal contesto, come due soli anni di differenza possano dar vita a una discrepanza narrativa da non poco.
Perché, anzitutto, c’è la tecnologia: in Crime d’amour è sofisticata e complice della sofferenza che Christine procura a Isabelle, ma in Passion si rende ancora più presente nei giochi di potere che avvengono tra le due donne, facendo di Isabelle non più una semplice vittima, bensì, alle volte, il carnefice tutt’altro che passivo del suo capo. Isabelle, infatti, tenterà in tutte le maniere di contrattaccare Christine, spesso armandosi dei suoi stessi mezzi tra iPhone, telecamere a circuito chiuso e MacBook Air; tecnologie, queste ultime, che vincoleranno sguardi ed espressioni di stupore e paura a una lenta e inesorabile partita di privacy e allucinazione visiva.
Un’altra grande differenza la fa poi l’aggiunta della percezione fortemente sessuata delle due protagoniste femminili. Rachel McAdams e Noomi Rapace vengono qui scelte da De Palma secondo dei criteri ben definiti, specie se pensiamo che la prima è sempre stata favorita nei ruoli estremamente femminili e la seconda in quelli più maschili o comunque carichi di una certa forza psicologica. La McAdams diviene allora una Christine bionda e letale, stucchevole nella propria carineria e terrificante nel sadismo cui dà sfogo sia a parole che nei momenti più intimi dei rapporti sessuali, sfumati di una cultura sadomaso che va al di là del semplice istrionismo creato da Corneau. La Rapace, d’altro canto, prende in prestito qualcosa dal personaggio per cui è più (amata e) conosciuta, quella Lisbeth Salander di Uomini che odiano le donne, e maschiaccio qual è prende sin troppo felicemente in mano le redini del gioco portandosi verso un finale agghiacciante e affatto scontato, che ripete sì il finale di Crime d’amour ma lo rivisita con la nuova consapevolezza della malvagità umana.
Nell’insieme, in fondo, Passion non è per nulla da buttar via, anzi: Brian De Palma non si discosta da quanto è stato già detto in precedenza, ma riesce a infondere il suo tocco originale in gran parte della pellicola, orchestrando la perfetta complicità sullo schermo delle due bravissime attrici che danno luogo a quella che sembra un’opera teatrale “vestita” di celluloide. Le musiche, un secondo tempo tra il sogno e la realtà durante il quale la macchina da presa si diverte a distorcere le cose e i volti a suo piacimento, rendono il risultato finale piacevole da guardare e riguardare. Certo, la classe di Kristin Scott Thomas, tagliata su misura per il ruolo del capo nel film originale di Corneau, non potrà mai essere sostituita dal visino più moderno di Rachel McAdams, ma l’attrice canadese ha in serbo delle sorprese anche per i più riluttanti, e quell’innocenza che l’ha caratterizzata nella sua carriera a tratti spigolosa verrà presto dimenticata, grazie, soprattutto, a un’oretta e mezza di pura perfidia recitativa.
RARISSIMO perché… De Palma, dopo l’incerta sorte di Redacted potrebbe non essere una certezza distributiva.
Note: il film non è ancora uscito nei paesi d’origine e perciò non è ancora MAI uscito in Italia.
Voto: * * * *
Eva Barros Campelli