Scheda film

Regia: Pierre Salvadori
Sceneggiatura: Pierre Salvadori e David Léotard, con la collaborazione di Benoît Graffin
Fotografia: Gilles Henry
Montaggio: Isabelle Devinck
Scenografie: Michel Barthélémy
Costumi: Virginie Montel
Musiche: Grégoire Hetzel e Stephin Merritt
Suono: Brigitte Taillandie
Francia, 2014 – Commedia – Durata: 97′
Cast: Carherine Deneuve, Gustave Kervern, Féodor Atkine, Pio Marmaï,
Uscita: 16 ottobre 2014
Distribuzione: Good Films

Sale: 29

 La minestra sul cortile

Antoine (Gustave Kervern) è così depresso che lascia la band in cui suonava la chitarra. Senz’arte né parte si ritrova a cercare un lavoro per sbarcare il lunario e finisce per incontrare un singolare condominio che ha bisogno di un nuovo portiere. Serge (Féodor Atkine), responsabile dello stabile, ha qualche perplessità, ma la moglie Mathilde (Catherine Deneuve) non ha alcun dubbio: è lui l’uomo che stanno cercando. I compiti da svolgere non sono difficili ed Antoine, benché eccentrico, tutto sommato sembra cavarsela egregiamente, ma il contatto costante e frequente con una varia umanità metterà più volte in discussione le sue convinzioni. In particolare, lo scapestrato Stéphane (Pio Marmaï) e la stessa, complicata Mathilde lasceranno in lui un segno, finché…
A settant’anni suonati Catherine Deneuve è ancora sulla breccia, con una media di un film l’anno, e questo Piccole crepe, grossi guai (titolo scemo che sostituisce il più appropriao Dans le coeur, “nel cortile”) ne è la prova. Benché il protagonista sia il ruvido e bizzarro Gustave Kervern E se vivessimo tutti insieme?, Louis-Michel), al centro della nuova pellicola di Pierre Salvadori, che abbandona per l’occasione l’Audrey Tautou delle sue due ultime opere, c’è lei. Il complesso personaggio di Mathilde, con la sua confusione mentale regalatale dal passare degli anni, l’incoerenza di tutta una vita, l’incapacità di portare a fondo ogni progetto non poteva mancare nel curriculum di un’attrice che ha ancora molto da dire. Antoine e Mathilde sono due deboli, due di cui la società potrebbe fare di gran lunga a meno, ma insieme si completano e realizzano, colmando ciascuno le lacune dell’altro: lei donando affetto e cure, lui offrendo quella determinatezza che gli è comunque sempre mancata.
E, nel bene e nel male, alla fine regolarizzeranno entrambi i loro rapporti con questo mondo che non li ha mai accettati.
Tra una risata ed una lacrima e tra le bizzarrie dei due coprotagonisti, il film scorre velocemente, senza infamia e senza lode, nella sua ora e mezza abbondante, colmando le piccole crepe della sceneggiatura con quelle del cuore e degli umani sentimenti.
RARO perché… è un piccolo film francese.

Voto: 6

Paolo Dallimonti