Soggetto, Sceneggiatura e Regia: Marco Filiberti
Interpreti: Marco Filiberti, Urbano Barberini, Alessandra Acciai, Rosalinda Cementano, Francesca d’Aloja, Erica Blanc, Claudio Vanni, Luigi Diberti, Caterina Guzzanti, Cosimo Cinieri
Direttore della Fotografia: Stefano Pancaldi
Montaggio: Valentina Girodo
Scenografie: Livia Borgognoni
Costumi: Eva Coen
Fonico: Vittorio Melloni
Prodotto da Samantha Gaetani e Alessandro Tonnini per Corsaro Productions e Campanella Productions
C’è una faccia tenuta quasi sempre in primo piano…, Illuminata e truccata come se la stessero preparando per un fotoromanzo a colori…, Arredata da due occhi vogliosi e uno sguardo assolutamente provocatorio che ti insidia maliziosamente…: Quella faccia è Poco più di un anno fa.
Il fotoromanzo non è di quelli che circolavano alle medie, magari sotto i banchi delle compagne di classe, dove in una atmosfera romantica e sensuale, sbocciava l’amore fra i due protagonisti che vincevano in questo modo le avversità delle rispettive famiglie e di tutti quegli invidiosi che si mettevano di contro al loro futuro (e qualche volta si vedevano le gambe di lei e il petto nudo di lui).
No, qui si tratta di Hard-core; Marco Filiberti, attore e regista, àlias Riky Kandinsky, ha un viso molto carino dai lineamenti gentili, ma ti guarda con uno sguardo felino mentre vestito con la tuta da meccanico ansima a cavallo di un collaudatore di aerei tedesco…(qui si vede tutto, epifania di nudità e godimento: gambe, culi, sudore…).
Poco più di un anno fa è la storia immaginaria di un divo dell’Hard-core gay, è la storia del suo desiderio di immortalità, di fama, di trasgressione e gioco. Ma allo stesso tempo è il racconto drammatico della solitudine, dell’illusione del successo, della incapacità di innamorarsi di un personaggio che spinge fino all’eccesso il suo egocentrismo e il suo narcisismo.
Tutto è dosato con freschezza e spontaneità, non c’è il noioso (e sotto sotto bacchettone anche lui) autocompiacimento di chi vuole stupire a tutti i costi credendo di scandalizzare con la trasgressione, e non c’è neanche la melodrammatica retorica dei buoni sentimenti. Un film completo, un buon film, che se anche soffre di qualche ingenuità tecnica, ha il merito di maneggiare con cura e intelligenza un racconto non facile (dopo Eyes Wide Shut, il sogno di Stanley Kubrick era di realizzare un porno in grande stile), assolutamente disertato in Italia e che fa paura ai ben pensanti che preferiscono tenere ben nascosti giornaletti, videocassette e voluttà.
Pregevole è anche la prova di Rosalinda Celentano, che ha sempre dimostrato di saper scegliere bene i personaggi che meglio esaltano le sue qualità, e che qui interpreta Luna, scultrice di angeli, alterego poetico e sognante di Ricky.
Non possiamo che complimentarci con Marco Filiberti, “idealista naїf ispirato da Moana Pozzi”, che ha avuto il coraggio di andare fino in fondo con una storia che tutti i produttori gli avevano bocciato (Dai!, figurati un film così chi lo va a vedere!!) e che invece a Berlino sta ottenendo un buon successo di critica e pubblico.
Andrea Scaccia