Scheda film

Regia: Ed Harris
Soggetto: Tratto dalla biogarfia: “Jackson Pollock, an american Saga” di Steven Naifeh, Greg White Smith
Sceneggiatura: Barbara Turner, Susan Emshwiller
Fotografia: Lisa Rinzler
Montaggio: Kathryn Himoff
Scenografie: Mark Friedberg
Costumi: David C. Robinson
Musiche: Jeff Beal
Suono: Kathy M. Cart e Gary Ritchie
USA, 2000 – Drammatico/Biografico – Durata: 122’
Cast: Ed Harris, M.Gay Harden, Val Kilmer, Rob Knott, David Leary, Amy Madigan, Sally Murphy, Jennifer Connelly
Uscita: 16 maggio 2003
Distribuzione: Columbia Tristar Films

 Alcool, genio e molta sregolatezza

La vita del pittore Jackson Pollock; depresso, alcolizzato, con un travagliato rapporto con sua moglie Lee, ma capace al tempo stesso di diventare uno dei migliori pittori della sua epoca, essendo capace di creare una nuova forma di pittura grazie alla tecnica per ‘sgocciolamento’.
Dopo dieci anni dalla lettura della biografia scritta a quattro mani da Naifeh e White smith, Ed Harris prese il coraggio a due mani, il pennello, oltre al bicchiere di scotch e relativa sigaretta, riuscendo a calarsi nel ruolo di Jackson Pollock, inventore del ‘dripping’, tecnica pittorica per sgocciolamento, universalmente considerato il pittore surrealista, astrattista più innovativo della propria generazione. Il regista ricava per Pollock una prima opera in cabina di regia riuscendo a restituirci un ‘biopic’ di rara efficacia, che giustamente si allontana da qualunque tentativo di esprimere giudizi o opinioni su Pollock, ma che al contrario desidera restituire al pubblico quel che Pollock era veramente, ovvero un uomo in preda ai propri demoni e al proprio inarrestabile genio. Harris, aiutato anche da una somiglianza fisica incredibile, riesce ad assumere di Pollock ogni tic, ogni movenza, ogni atteggiamento. Al suo fianco la moglie Lee, interpretata splendidamente da Marcia Gay Harden, capace di sopportare ogni pazzia del marito e giustamente premiata con l’Oscar del 2001 quale miglior attrice non protagonista. Al termine della pellicola il quadro che si ricava dalla vita del problematico artista originario di Cody è una disarmante fotografia dell’America del dopoguerra, con mille problemi derivanti dalla depressione post conflitto bellico ma anche con l’incredibile desiderio di rialzarsi velocemente, grazie anche a qualche pennellata di un artista maledetto e visionario. 

Voto: 8

Ciro Andreotti