Scheda film

Regia: Dustin Hoffman
Soggetto: dalla commedia di Ronald Harwood
Sceneggiatura: Ronald Harwood
Fotografia: John de Borman
Montaggio: Barney Pilling
Scenografie: Andrew McAlpine
Costumi (supervisione): Nigel Egerton
Musiche: Dario Marianelli
Suono: Martin Trevis
G.B., 2012 – Commedia – Durata: 98′
Cast: Maggie Smith, Michael Gambon, Billy Connolly, Tom Courtenay, Pauline Collins, Sheridan Smith, Andrew Sachs
Uscita: 24 gennaio 2013
Distribuzione: BIM

 Il tempo delle mele cotte

Immersa nel verde della campagna inglese, la Beecham House è un punto di riferimento per musicisti e cantanti lirici in pensione, che possono trascorrere l’ultima fase della loro vita in questa sofisticata residenza per anziani presso la quale i giorni si susseguono scanditi dalle note di arie, sinfonie e opere. I successi canori di Reginald Paget, Wilfred Bond e Cecily Robson sono stati celebrati in tutto il mondo e adesso i tre convivono sotto lo stesso tetto, fra piccoli rituali quotidiani ed equilibri ben consolidati: tutto verrà messo in discussione quando nella casa viene accolta una nuova ospite, la vanitosa Jean Horton, ex-componente del loro quartetto che aveva deciso di intraprendere una carriera da solista, incrinando amicizie e mettendo fine al matrimonio con Reginald.
Queste le premesse di Quartet, trasposizione cinematografica di una nota pièce teatrale di Ronal Harwood ispirata da un documentario – Il bacio di Tosca – dedicata alla Casa di riposo per Musicisti di Milano, istituita nel 1896 da Giuseppe Verdi per accogliere anziani cantanti poco avvezzi al risparmio in gioventù o segnati dalla sfortuna: il film è un inno alla vita e alla possibilità di concedersi nuove chance e opportunità anche nell’età delle rughe e degli acciacchi, un invito a vivere con dignità e con coraggio ogni singolo giorno e un incoraggiamento a trovare nelle proprie passioni, nell’amore e nell’amicizia la forza per affrontare piccole e grandi difficoltà.
Dietro alla macchina da presa c’è un regista “non giovanissimo” al suo esordio, il settantacinquenne Dustin Hoffman, che da tempo inseguiva il sogno della regia: ispirato da un’affermazione di Billy Wilder (“Se vuoi dire la verità al pubblico, ti conviene farlo in modo divertente”), il due volte premio Oscar si mette in gioco con energia ed entusiasmo, riducendo all’essenziale il suo intervento registico e sottolineando al massimo la centralità del ruolo degli interpreti. D’altronde il film può contare su un cast davvero eccellente e Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connolly e Pauline Collins declinano con sensibilità le sfumature dei loro personaggi, giocando con intelligenza con la dolcezza e la brillantezza della sceneggiatura (decisamente ben scritta) che si muove fra il più classico british-humor e un leggero velo di malinconia. Se infatti il film è tutto improntato alla promozione di una visione positiva e ottimista anche della terza età, Quartet va in tutt’altra direzione rispetto a una idealizzazione forzatamente sorridente della vecchiaia: certo, la cornice d’ambientazione della storia è quanto di più distante dalla realtà di moltissime case di riposo per anziani, ma, pur in una contestualizzazione idilliaca, il film si dimostra capace di scavare nel disagio e nella tristezza di chi è costretto ad abbandonare la propria vita giovanile per trovare un ricovero alternativo, fra cedimenti cardiaci, ictus e demenza senile. Senza cercare sovrastrutture retoriche o puntare a uno smielato patetismo, Hoffman si dedica con garbo al racconto di una grande storia d’amore, non solo quella che lega Reginald a Jean – alle prese con un sentimento che sembrava inghiottito dal tempo ma che a distanza di quarant’anni non tarda a ripresentare le sue eco – , ma anche quella che ognuno dei residenti della casa coltiva nei confronti della vita.
Essenziale nella forma, classico nel suo sviluppo, Quartet non elabora né stravolge l’impianto teatrale di partenza, rimanendogli al contrario estremamente fedele e aderente, conferendo al progetto una pregevole asciuttezza che non corrisponde però sempre a una puntuale espressione di tutte le possibili potenzialità del progetto: senza scossoni né virate impreviste il film persegue la sua strada con delicato brio e sulle note di alcune delle più note arie e romanze dà vita a un omaggio al vivere con leggerezza e con passione che non brilla per originalità o per arditezza ma che non manca di godibilità.

Voto: * * *

Priscilla Caporro

Alcuni materiali del film:

Clip – le gioie della terza età

Featurette – gli artisti di Beecham House

Featurette – benvenuti a Beecham House

Clip – il compleanno di Verdi

Clip – troppo champagne

Clip – un’idea meravigliosa

Clip – L’arrivo di una stella

Trailer italiano