Ci sono tutte gli elementi del cinema di Abel Ferrara in “R-XMAS”: l’ambientazione in una New York tanto immersa nello sfavillio di luci e colori quanto crepuscolare; l’impossibilita’ di una redenzione; il fuori scena di alcuni momenti chiave che vengono lasciati all’intuizione dello spettatore; l’uso inconsueto del flashback che pare non aggiungere molto alla narrazione.
A metà strada tra la favola e il dramma urbano, il film lascia un po’ spiazzati. Colpiscono, sia l’ennesimo tentativo di fondere bene e male e di renderne difficoltosa la distinzione, che la straniante visione di un Natale dove le luci e i festoni colorati sembrano proteggere il continuo pulsare di una città sempre in movimento, che non dorme mai. Una metropoli in cui l’illusione di felicità e’ figlia del lusso e comunque sottintende unicamente beni materiali e status-symbol. La parabola dei due protagonisti, amorevoli genitori di giorno e spacciatori di notte, non convince pero’ appieno. E il loro tentativo di regalare una costosa bambola alla viziata figlioletta, vero motore della storia, risulta poco credibile e una trovata un poco pretenziosa. Come risultano forzati i presupposti narrativi della redenzione ipotizzata dal protagonista.
Come al solito, Abel Ferrara costruisce un’atmosfera di inquietudine in cui i personaggi si trovano a dover fare scelte difficili, ma rende il loro destino impermeabile allo spettatore, che ha la sensazione di essere volutamente escluso da quello che lo schermo racconta. Bravi gli interpreti, in particolare Drea De Matteo, donna fedele e innamorata, vera mente della coppia.

Luca Baroncini