Scheda film

Regia e Soggetto: Stefano Calvagna
Sceneggiatura: Stefano Calvagna e Giovanni Galletta
Fotografia: Dario Germani
Montaggio: Luca Striano
Scenografie: Davide De Stefano
Costumi: Giovanna Granata
Musiche: The Big Waves
Italia, 2011 – Azione – Durata: 89‘
Cast: Claudio Del Falco, Maurizio Mattioli, Stefano Calvagna, Valeria Mei, Cristiano Morroni, Adriana Ortolani, Gaia Zucchi
Uscita: 11 luglio 2013
Distribuzione: Poker Entertainment

Sale: 9

 La vendetta dell’uomo chiamato Calvagna

Valerio (Claudio Del Falco) è un poliziotto temporaneamente sospeso dal servizio che si dedica a tempo pieno al kick boxing, in cui eccelle come campione. Quando la sua fidanzata Valentina (Gaia Zucchi), in attesa di un figlio da lui, muore in seguito ad una droga somministratale da un sedicente produttore senza scrupoli, il malavitoso Sergio Bruschi (Maurizio Mattioli), per lui si profilerà un unico obiettivo: la vendetta.
Doveva farlo. Raffazzonato, confuso, tutto fuorché riuscito, Cronaca di un assurdo normale è indubbiamente servito. Non certo a chiarire, a chi tra il pubblico avesse avuto interesse nel saperla, tutta la verità sul “Caso Calvagna”, ma è stato fondamentale come atto terapeutico per il regista romano, al quale ha dato ritrovato slancio e nuova linfa vitali. Una cura omeopatica, perché un malato di cinema come Calvagna, che dona anima e corpo a quel che fa, solo col cinema si può curare.
Il risultato è davanti agli occhi: tre film in sala in neanche un mese. Uno, Multiplex, che lo ha fatto esordire nell’horror, un’altro, il cartone animato Il grande orso di Esben Toft Jacobsen, che lo ha portato a debuttare nella distribuzione. E quest’ultimo Rabbia in pugni, girato un paio d’anni prima durante il periodo degli arresti domiciliari.
Un insolito revenge-movie interpretato da numerosi amici corsi al capezzale del collega in difficoltà e realizzato all’interno di una enorme palestra che lo scenografo Davide De Stefano, degno erede di Mario Bava e cantore di quell’italica arte di arrangiarsi, ha saputo sfruttare in maniera sorprendente. Il film, pur imperfetto, ha diversi punti a suo favore: la recitazione robusta e matura di un Mattioli nell’inedito ruolo del villain, a tratti davvero toccante, e del giovane Cristiano Morroni, che conferma quel talento in erba mostrato dieci anni prima in Velocità massima di Vicari, una sceneggiatura un po’ sbrindellata con personaggi (come quello di Fabrizio, cui dà il volto lo stesso regista) che entrano in scena e ne escono senza troppe giustificazioni ma dai dialoghi spesso fulminanti, ritmo sostenuto e capacità di intrattenere, grazie anche a qualche colpo di scena disseminato qua e là. D’altra parte non mancano i difetti: personaggi monodimensionali, una certa sciatteria connaturata comunque all’essenza stessa (low budget) del progetto, alcune interpretazioni “discutibili”, quali quella di Gaia Zucchi e quella non proprio brillante dell’esordiente Del Falco, monoespressivo ma in fondo funzionale. Su tutto si stende una trovata – che non riveleremo – che dà una venatura di fantastico alla vicenda, opera probabilmente del co-sceneggiatore Galletta, non nuovo nei suoi lavori da regista ad idee del genere, che, a seconda dei gusti e dei punti di vista dello spettatore può essere vista come una boiata pazzesca o come un interessante complemento alla storia.
Rabbia in pugno è un film tutto sommato piacevole e divertente, che si lascia vedere senza troppe pretese, visitando un genere non molto praticato in Italia, e che conferma il ritorno in auge di Stefano Calvagna. Il regista firma così una doppia vendetta: quella da lui narrata nella pellicola, compiuta dal personaggio di Valerio, e quella nei confronti di chi lo aveva ormai ritenuto finito.
RARO perché… è l’ulteriore passo nella rinascita di un cineasta unico nei suoi tanti generi. 

Voto: 6

Paolo Dallimonti