Scheda film
Regia e Montaggio: Salvatore Vitiello
Soggetto: Salvatore Vitiello e Anna Marcucci
Sceneggiatura: Salvatore Vitiello e Serena Bernardi
Fotografia: Mark Melville
Scenografie: Tony Mazzaglia
Costumi: Serena Sarti e Giancarla Sartini
Musiche: Anthony Sidney
Suono: Matteo Bennici
Italia, 2011 – Drammatico – Durata: 90′
Cast: Giovanni Anzaldo, Francesco Biscione, Antonio De Rosa, Antonio Friello, Carolina Gamini, Antonio Gargiulo, Ornella Grassi
Uscita: 3 luglio 2014
Distribuzione: Easycinema
Sale:
Surreality show
Una compagnia di attori teatrali italiani, in tournée in un’imprecisata zona di guerra (un paese del medioriente?) a beneficio delle truppe del nostro paese lì impiegate, viene rapito da un gruppo di sedicenti terroristi, l’Esercito Rivoluzionario, che vuole fermare così la guerra nelle proprie terre. Le prime immagini dei sequestrati vengono fatte recapitare ad un piccolo canale, Channel One, che, fiutando l’affare e pagando per ottenere altri filmati, ne approfitta per mettere su il più cinico degli show televisivi: “Reality News”, dove è in palio la vita dei protagonisti del rapimento, costantemente osservati da misteriose telecamere…
L’idea di artisti in luoghi di combattimenti, per quanto balzana, non travalica i confini del reale, come si è visto in tante pellicole statunitensi, da Apocalypse now a Giorni di gloria… giorni d’amore e come pure ha testimoniato il toccante documentario nostrano, Clown in’ Kabul di Stefano Moser e Enzo Balestrieri, che seguiva le imprese di una ventina di clown dottori sulle orme del vero Patch Adams nella capitale afgana presidiata dal Comando Interforze nel 2002.
Quella di infilarli in un reality show però appare davvero forzata e poco credibile. Ma soprattutto innesca tutta una serie di cortocircuiti metacinematografici e metatelevisivi che l’incerta regia di Salvatore Vitiello non è affatto in grado di sostenere: il sequestro è vero o è un’astuta operazione di un più grosso canale televisivo? Gli attori sono davvero vittime inconsapevoli o al contrario stanno recitando il miglior ruolo della propria carriera (cosa che stanno probabilmente facendo in ogni caso)? Fino a che punto si spingerà il cinismo della gente al di là ed al di qua dello schermo televisivo? Vitiello insomma lancia il sasso, alzando un polverone del quale appare solo in parte consapevole, per poi ritirare la mano. Allo spegnimento delle telecamere – non possiamo rivelare altro – la complessità quello che appariva un dilemma etico ricco di sfumature svanisce: il bianco ed il nero appaiono netti come non mai, la distinzione tra buoni e cattivi si fa davvero manichea ed anche gli spettatori da casa sembrano vergognarsi e cospargersi il capo di cenere. E su tutto prevalgono solo la rabbia e lo sgomento dei malcapitati protagonisti.
In tutto questo molte situazioni sfociano nel ridicolo involontario, come la verginità di Roberta – destinata ancora più risibilmente a durare poche ore – o la dichiarazione d’amore del personaggio gay alla persona più sbagliata o ancora il finto eroismo di Giorgio, il più antipatico di tutti (e difatti in fondo ai sondaggi). Per non parlare del dibattito televisivo che, col suo piglio volutamente surreale, vorrebbe azzardare una satira socio-politica, ma si affida a caratteri troppo stereotipati per non sprofondare nel banale.
Come se non bastasse i cortocircuitati attori (attori che interpretano attori che non si sa nemmeno se stiano recitando o no) non sono tutti all’altezza del proprio ruolo: Giovanni Anzaldo, visto in questa stagione ne Il capitale umano e nella precedente in Razzabastarda (entrambi successivi) è una piacevole sorpresa, ma molti altri – su tutti Francesco Biscione – pur essendo dei professionisti (o almeno sembrandolo) paiono non essere mai scesi dal palcoscenico.
Interessante nelle promesse e realizzato con un piccolo budget senza che si veda troppo, Reality news si rivela ben presto per quello che è: una maldestra e furba operazione che vuole raccontare un’operazione furba, cortocircuitando, un’altra volta, con essa.
RARO perché… è una furba operazione che vuole raccontare un’operazione furba.
Voto: 4 e ½
Paolo Dallimonti